Operata per un tumore benigno, mamma si risveglia tetraplegica. Il dramma di Sabrina: «La manovra eseguita da uno specializzando»

Sabrina Di Girolamo, mamma di due figlie, aveva 36 anni quando venne sottoposta ad un intervento che fu definito dai medici a rischio zero. In sala operatoria c'era uno specializzando

Operata per un tumore benigno, mamma si risveglia tetraplegica. Il dramma di Sabrina: «La manovra eseguita da uno specializzando»

di Redazione web

Operata per un tumore benigno all'età di 36 anni, con un intervento che i medici dell'ospedale di Verona avevano definito a rischio zero. Al risveglio, per la donna originaria di Terracina, litorale romano, è iniziato un incubo da cui non potrà mai più svegliarsi. «Gravissima tetraplegia, con impossibilità di movimento di tutti e quattro gli arti», racconta Sabrina Di Girolamo al Corriere della Sera, che non potrà più camminare ed abbracciare le sue due figlie.

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Maledetto intervento

«Avevo solo 36 anni, due figlie da crescere e tanti sogni... Quel maledetto giorno mi hanno tolto tutto, la mia vita è diventata un inferno», dice la donna, senza potersi rassegnare alla sua condizione. Prima dell'intervento, infatti, aveva un negozio da parrucchiera, un marito e due bambine, l'unico motivo di gioia. Dopo la fine dell'anestesia, la donna si è subito resa conto che il suo corpo non rispondeva agli impulsi. Non poteva muovere nessun muscolo delle gambe e delle braccia. Del tutto immobile a letto.

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Risarcimento economico

Secondo i magistrati del tribunale civile di Verona, che hanno riconosciuto a Sabrina un indennizzo economico per i gravissimi danni subiti, pari a un milione e 600 mila euro, quanto successo in sala operatoria era evitabile, motivo che ha spinto la procura a rinviare a giudizio i due medici che l'hanno operata, ovvero un neurochirurgo accusato di lesioni colpose e l’anestesista, per il quale precedentemente era stata chiesta l’archiviazione.

Intervento delicato

«Prima dell’operazione, io da mamma mi occupavo di loro, mentre adesso sono loro, le mie figlie, a doversi occupare di me insieme a mio marito».

Parole durissime quelle di Sabrina a cui venne diagnosticato un «neurinoma dell’acustico...collocato in corrispondenza della fossa cranica posteriore». Necessario, dunque, un intervento chirurgico di craniectomia, che ha asportato il neurinoma, ma ha creato danni permanenti.

Cos’è accaduto?

Secondo il giudice che ha stabilito il risarcimento economico «la manovra di posizionamento della paziente è stata scorrettamente eseguita, provocando il trauma che avrebbe poi determinato l’attuale condizione di tetraplegia». La condizione irreversibile della donna sarebbe stata causta dall'autore della manovra, cioè un medico specializzando, «la cui attività avrebbe dovuto essere supervisionata dal neurochirurgo responsabile dell’intervento» assente durante la manovra.


Ultimo aggiornamento: Sabato 29 Aprile 2023, 14:52
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