Omicidio Polizzi, la rabbia dei familiari fuori dalla Cassazione. La mamma: «Manifestate tutti con noi»

Omicidio Polizzi, la rabbia dei familiari fuori dalla Cassazione. La mamma: «Manifestate tutti con noi»
Dopo la notizia che Riccardo Menenti, l'uomo condannato all'ergastolo per l'omicidio di Alessandro Polizzi, è libero da qualche giorno per decorrenza dei termini dopo la condanna in appello, la famiglia della vittima è andata fuori dalla Cassazione a Roma a manifestare, con cartelloni che mostrano il corpo martoriato del povero Alessandro. «È vergognoso, mi devono dire perché. Voglio sapere perché l'assassino di mio figlio è fuori, libero, dopo essere stato condannato all'ergastolo», il grido disperato di Daniela Ricci, mamma di Alessandro, ucciso nel 2013.

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I familiari di Polizzi sono stati avvicinati e identificati dalle forze dell'ordine: «Vergogna vergogna», ha urlato il papà Giovanni contro gli agenti che gli chiedevano i documenti. «Ha ucciso mio figlio ed è fuori, e a me e alla mia famiglia venite a chiedere i documenti: vergogna», le sue parole piene di rabbia. La madre di Alessandro è stata accompagnata in commissariato e i cartelloni sono stati fatti ripiegare.



«È fuori, è uscito e potrebbe tranquillamente uccidere di nuovo, potrebbe rifarlo», ha detto all'Adnkronos Francesco Polizzi, fratello di Alessandro, che si trovava fuori dalla Cassazione a protestare insieme agli altri familiari. «È stato terribile. Lo ha colpito quando era già morto, crudele, brutale, e ora è libero - aggiunge con le lacrime agli occhi - finora non abbiamo mai manifestato, il nostro dolore lo abbiamo tenuto per noi, ma ora l'indignazione è troppo grande».

MADRE, 'GRANDE COMPRENSIONE DA AGENTI' «Avremmo dovuto chiedere l'autorizzazione per manifestare.
Non lo sapevo. Pensavo che da libera cittadina potessi manifestare il mio dissenso e la mia rabbia senza dover chiedere nulla. Ho imparato una cosa nuova», le parole della mamma. «Ora mi hanno dato l'autorizzazione per andare a manifestare davanti al ministero di Giustizia e per tornare qui davanti la Cassazione nel pomeriggio - ha aggiunto- voglio ringraziare gli agenti per la grande comprensione che hanno dimostrato. Davvero grazie».


«Vorrei riuscire a organizzare una manifestazione di tutti i genitori, di tutte le famiglie che stanno nelle nostre stesse condizioni, che soffrono come noi, che hanno una vicenda come la nostra sulle spalle», il suo appello. «Noi abbiamo vissuto fino ad adesso il nostro dolore in silenzio -ha aggiunto - ma ora non si può più tacere. Vorrei proprio che anche altre famiglie che si trovano a vivere questo dolore e l'ingiustizia si unissero a manifestare insieme la rabbia e il dolore».

Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Gennaio 2020, 14:48
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