Maria Tanina Momilia, i dubbi a Chi l'ha Visto?: «Il personal trainer che ha confessato non dice la verità»

Maria Tanina Momilia, i dubbi a Chi l'ha Visto?: «Il personal trainer che ha confessato non dice la verità»

di Silvia Natella
Non convince del tutto la versione di Andrea De Filippis, il personal trainer che ha confessato di aver ucciso e poi gettato in un canale a Fiumicino Maria Tanina Momilia. Quello che fa dubitare inquirenti e familiari della vittima sono soprattutto le modalità dell'omicidio, mentre chi conosce il reo confesso, ex ispettore di polizia, continua a ribadire a Chi l'ha Visto? che era una persona altruista, disponibile e soprattutto dotata di self control.

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Ai microfoni della trasmissione di Rai Tre il legale difensore di De Filippis, Cristian Milita, non si capacita di come abbia potuto commettere il crimine. «Lo conosco da tanti anni - spiega l'avvocato - perché l'ho assistito nella sua causa di separazione. Ha ammesso totalmente le sue responsabilità, ha riferito circa la lezione che è avvenuta quella maledetta domenica e della lite. Allo spintone di Tanina, De Filippis ha reagito prendendo dallo sgabuzzino un manubrio di cinque chili. Per chi lo conosce come me da alcuni anni è incredibile, perché ha un alto self control. Il tutto è successo per un raptus che nemmeno lui si sa spiegare. Dice: 'Il colpo subito alla spalla non certo fortissimo mi ha dato la reazione tipica del karateca che reagisce all'attacco ma prende un attrezzo'».
 
 

Dopo averla colpita con il manubrio le ha stretto il collo con un elastico, ha rinchiuso il corpo in una busta di plastica e lo ha caricato nel portabagagli dell'auto. «Riferisce - prosegue - di essere andato a pranzo dalla madre e successivamente di essere andato al cinema». Tanina era dentro un bagagliaio mentre tutti la cercavano. Con il sopraggiungere del buio De Filippis avrebbe tirato fuori il corpo, distrutto il cellulare e gettato il cadavere nel canale.   La mattina dopo è stata trovata e riconosciuta dal fratello. 

Il personal trainer ha detto di aver fatto tutto da solo, ma i familiari credono che abbia agito con un complice e che nasconda la verità. Sono molti i punti oscuri per l'avvocato della famiglia: la confessione che arriva subito dopo la dichiarazione di innocenza e poi il fatto che da maestro di karate avrebbe potuto ucciderla a mani nude. Dubbi anche sulle modalità dell'occultamento del corpo e sulla scelta del canale.  L'uscita di un cadavere dalla palestra non poteva passare inosservata. Nel canale poi era troppo semplice. «Ci sta poca lucidità in questo omicidio e c'è una complicità. Se qualcuno sa qualcosa che parlasse, che si facesse coraggio. Vogliamo la verità», l'appello della famiglia. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Ottobre 2018, 22:35
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