Olio di semi venduto come extravergine. Dalla Puglia al Nord: bottiglie alterate con il "verdone"

Olio di semi venduto come extravergine. Dalla Puglia al Nord: bottiglie alterate con il "verdone"

di Valeria Arnaldi
Il colore intenso, come quello naturale. Il prezzo mediamente più alto di quello dei prodotti comuni. E soprattutto l'etichetta che lo garantiva come olio extravergine di oliva, anche se, in realtà, si trattava di olio di semi di soia e di girasole addizionato con clorofilla e betacarotene.

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Sgominata una maxi-truffa sull'olio che aveva il suo cuore in Puglia. Ventiquattro le persone sottoposte ad arresto - 14 in carcere, 10 ai domiciliari - tra Italia e Germania nell'ambito dell'operazione Oro Giallo condotta dai carabinieri di Foggia. La truffa assicurava consistenti margini di guadagno: l'olio ai suoi sofisticatori costava 1,20 euro al litro, ma veniva venduto sul mercato a prezzi che variavano da 5 a 10 euro al litro. Importante anche il giro d'affari. Sono stati sequestrati due immobili, un'azienda olearia, mezzi di autotrasporto, tra i quali sei autotreni, nonché oltre 150mila litri di olio sofisticato per un valore commerciale pari a un milione e 200mila euro. La base logistica era un frantoio regolarmente autorizzato, a Cerignola, in Puglia. Al titolare dell'oleificio, capo del sodalizio, gli associati si rivolgevano sia per acquistare olio di semi già sofisticato, sia per comprare quello da modificare con l'aggiunta di verdone, miscela ad altissima concentrazione di clorofilla. Sofisticazione e confezionamento avvenivano poi in magazzini o depositi privi di garanzie igieniche. Non solo. Milioni di litri di olio di semi sono stati acquistati da una multinazionale del Nord Italia e trasferiti a Cerignola per essere lavorati. L'olio contraffatto era venduto in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna. Alcuni indagati effettuavano, inoltre, trasporti ogni quindici giorni in Germania, con carichi che arrivavano fino a 23mila litri ognuno. Giunto nel Paese, attraverso aziende specializzate in logistica l'olio entrava nella grande distribuzione tedesca, era consegnato a ristoranti e pure venduto porta a porta tramite una rete di venditori che ai sofisticatori assicurava anche alloggi durante i soggiorni in Germania.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla frode nell'esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari genuine come non genuine, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e ricettazione.

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Maggio 2019, 09:04
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