Nuovo dpcm, oggi la firma: scuole chiuse non solo in zona rossa. La conferenza stampa ci sarà, ma senza Draghi

Nuovo dpcm, oggi la firma: scuole chiuse non solo in zona rossa.

Il premier Mario Draghi firmerà oggi il nuovo dpcm che entrerà in vigore dal prossimo 6 marzo. Ma a differenza del suo predecessore, non ci sarà nessuna conferenza stampa in merito: Palazzo Chigi si limiterà a diffondere una nota sulle misure adottate che dovranno cercare di contenere i contagi da coronavirus. Un netto cambio di rotta rispetto a Giuseppe Conte, che teneva sistematicamente una conferenza stampa in queste occasioni: è la prima volta che l'adozione di un nuovo dpcm non viene accompagnata da una conferenza stampa del premier.

CONFERENZA STAMPA IN DIRETTA: LE DECISIONI

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La cabina di regia a Palazzo Chigi con Draghi e i ministri è durata circa un'ora: nella riunione, si apprende da fonti di governo, sarebbe stata espressa preoccupazione per l'alta contagiosità delle varianti Covid. Ora è in corso un'altra riunione con le Regioni: «Ci hanno convocato pochi minuti fa, tra non molto, per una riunione col Governo e le Regioni sul nuovo dpcm», ha detto il governatore dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, a margine di una conferenza stampa a Bologna.

Conferenza stampa ci sarà, ma senza Draghi

Una novità nella novità. La conferenza stampa sulle misure anti-Covid in vigore dal prossimo 6 marzo si terrà, e sempre a Palazzo Chigi, ma a presiederla non sarà il premier Mario Draghi, che oggi firmerà il nuovo dpcm. A spiegare le misure, a partire dalla stretta sulla scuola, saranno i ministri della Salute e agli Affari regionali, Roberto Speranza e Maria Stella Gelmini, nonché il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli.

Si volta pagina, dunque, rispetto alle conferenze stampa fiume tenute da Giuseppe Conte e agli spazi informativi ad hoc organizzati da Rocco Casalino. Una scelta in discontinuità, che vedrà schierati nel cortile d'onore del Palazzo che ospita la presidenza del Consiglio -ma senza il premier - due ministri e un tecnico impegnati a spiegare le misure, due ministri e un tecnico, ovvero il numero 1 dell'Iss. La conferenza stampa si terrà intorno alle 18.45.

Scuole chiuse in zone rosse

Scuole di ogni ordine e grado chiuse nelle zone rosse, quelle più colpite dal Covid. Non solo. A quanto apprende l'Adnkronos da fonti di governo presenti alla cabina di regia di questa mattina con il premier Mario Draghi, la decisione assunta sarebbe quella di chiudere le aule, e tenere i ragazzi a casa con la didattica a distanza, «anche nelle aree con 250 positivi ogni 100mila abitanti nell'aggregato settimanale o se ci sono situazione di allarme evidente e motivato», spiega una fonte di prima piano. Sembra dunque prevalere la linea avanzata da diversi governatori, il veneto Luca Zaia in testa, per allargare la 'stretta' anche in altre zone a rischio, non circoscrivendola alle solo aree rosse.

La decisione della cabina di regia, al centro del nuovo confronto che alle 12 avrà luogo con le regioni -presente anche il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi- si allinea inoltre al parere espresso dal Cts sulla questione. E sarebbe questa, riferiscono fonti di governo all'Adnkronos, l'unica novità che verrà introdotta nel dpcm che il premier Mario Draghi firmerà oggi.

Non è prevalsa, dunque, la linea tenuta ieri al tavolo dai ministri Roberto Speranza, Dario Franceschini, Stefano Patuanelli, Elena Bonetti e dallo stesso Bianchi, ovvero chiudere anche altre realtà a rischio nelle zone ad alto contagio, ad esempio i centri commerciali. La stretta decisa sembra riguardare il solo mondo della scuola.

Chiusura scuole, obiezioni dalle Regioni

Discussione tra governo e Regioni, nel corso della cabina di regia con il Cts e l'Iss, sulla chiusura delle scuole nei casi in cui si verifichi l'alta incidenza, ovvero laddove siano riscontrati 250 casi di covid ogni 100mila abitanti in sette giorni. Il governo avrebbe confermato il parametro indicato dal Cts nella risposta al quesito sollevato proprio dai governatori sull'impatto della scuola sottolineando che a disporre le chiusure in questo caso saranno le Regioni.

I governatori però, a quanto apprende l'Adnkronos, avrebbero sollevato le loro obiezioni, con in testa il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che avrebbe chiesto che sia il governo a disporle. Il presidente del Veneto Luca Zaia, invece, avrebbe contestato il parametro dei casi per abitante, sottolineando che penalizza le regioni che fanno più tamponi, mentre il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini avrebbe evidenziato la necessità di prevedere un bonus per le famiglie che lavorano e avranno i bambini a casa. Dalla Campania sarebbero state segnalate criticità sulla formulazione dell'articolo. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Marzo 2021, 17:59
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