Nuova variante dal Sudafrica, cosa dicono gli esperti: da Galli a Burioni, Bassetti e Andreoni

Nuova variante dal Sudafrica, cosa dicono gli esperti: da Galli a Burioni, Bassetti e Andreoni

La nuova variante Covid dal Sudafrica deve preoccuparci? Per adesso gli esperti frenano: le informazioni sono poche e i vaccini già esistenti potrebbero funzionare anche contro questa, così come contro la variante Delta. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ospite questa mattina di SkyTg24, getta acqua sul fuoco: «Osserviamo con attenzione lo sviluppo» della nuova variante sudafricana ma «dobbiamo proseguire con la campagna di vaccinazione, ma anche sostenere i paesi più indietro per accelerare. Anche qui le evidenze scientifiche ci dicono che le varianti nascono dove il virus circola e la percentuale di vaccinazione è bassa».

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Più prudente un altro membro del governo, l'altro sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, che durante il congresso oncologico Marcangolo in corso a Senigallia ha parlato di questa nuova variante: «Al momento non ci sono dati sufficienti che ci indichino innanzitutto la trasmissibilità e in secondo luogo se la variante eluda o meno i vaccini attualmente disponibili. È chiaro che allora sarebbe un problema: al momento è presto e non è presente in Italia, ma va attenzionata».

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Cosa dicono gli esperti, da Burioni a Galli, Andreoni e Bassetti

«Sulla nuova variante ancora non si sa sostanzialmente niente. Per cui, fermo restando che bisogna stare all'erta, non fatevi prendere dal panico. Di varianti potenzialmente pericolose ne sono apparse (e sparite) molte nei mesi scorsi, speriamo che questa faccia la stessa fine», l'appello lanciato su Twitter dal virologo Roberto Burioni, docente dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. «Le varianti continueranno ad emerge, solo nel Regno Unito ne sono emerse 9» e sulla nuova variante sudafricana «non c'è motivo di preoccupazione, per ora dobbiamo essere tranquilli. Non sappiamo se i vaccini la coprono ma il richiamo, la terza dose, aumenta il respiro della nostra risposta immunitaria. Io sono confidente che il vaccino coprirà anche questa», afferma invece Alberto Mantovani, immunologo dell'Humanitas.

La nuova variante «ci deve far preoccupare ma non terrorizzare. Sembra essere più contagiosa della Delta e potrebbe esserci qualche problema con i vaccini. Ma non facciamo catastrofismo sulle varianti, non abbiamo ancora dati stabili e in Italia questa variante non c'è. Dobbiamo vigilare ed essere pronti, ma ad oggi non sappiamo molto neanche sul fatto che possa bucare i vaccini», dice all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova. «Dobbiamo fare due cose: studiare queste nuova variante e continuare con le vaccinazioni, soprattutto le terze dosi perché così alziamo la barriera».

Più preoccupato l'infettivologo Massimo Galli, a 'Che giorno è' su Rai Radio1. «Questa variante è riuscita a metterci di fronte ad uno scenario che francamente preoccupa.

Non è certo ma è possibile, che questa variante sia in grado di bucare il vaccino». «Dobbiamo capire - aggiunge - i vari aspetti che stanno emergendo: primo fondamentale se è in grado di diffondersi altrettanto rapidamente o più rapidamente della Delta diventando in questo modo un vero competitore della Delta. E questo è un elemento ovviamente di preoccupazione perché, nel momento in cui fosse così, la faccenda diventerebbe seria». «Altra cosa che non sappiamo ancora: è possibile, non è certo ma è possibile, che questa variante sia in grado di bucare il vaccino. Io non sono convinto che sia così, però non abbiamo i dati per poterlo dire, è inutile fasciarci la testa prima di essercela rotta, ma è chiaro che dovremmo stare molto attenti anche a questo aspetto. Il vaccino probabilmente riuscirà a fare il suo mestiere ma è un ulteriore elemento di preoccupazione».

Per l'infettivologo, «la decisione di non permettere i voli da determinati paesi è assolutamente legittima. È molto importante sottolineare come questa infezione non la sconfiggiamo soltanto nei nostri paesi industrializzati che si possono permettere la vaccinazione di massa. È importante riuscire ad intervenire anche nei paesi poveri dove una grande diffusione dell'infezione può portare a conseguenze come quella che stiamo vedendo ora». «Abbiamo una delezione 69/70 in questa variante che se non altro facilita la sua identificazione con le metodiche correnti di sequenziamento parziale. Questo ci dà una mano importante per poterla trovare velocemente nel caso si prefigurino situazioni in cui ci sia modo di pensare che ci sta facendo visita», conclude Galli.

Sulla stessa lunghezza d'onda di Galli anche Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). La nuova variante, dice Andreoni, «è un monito e non voglio certo sminuire i il fatto che deve preoccuparci. Si deve correre con le vaccinazioni in tutti i paesi e anche nei bambini, perché altrimenti se il virus circola accade proprio questo ovvero nuove varianti che ci fanno ripiombare nella paura».

«Aspettiamo di capire che tipo di sensibilità ha questa nuova variante nei confronti del vaccino anti-Covid - precisa Andreoni - abbiamo notizie preoccupanti sulle 32 mutazione in 4 regioni della proteina 'spikè che sono quelle riconosciute dai nostri anticorpi. È una variante ad altissima trasmissibilità tanto che la sua prevalenza sulle altre diventata rapidamente del 30%. Dobbiamo aspettare di conoscere i dati sulla letalità e poi capire se gli anticorpi sviluppati dalle vaccinazioni sono in grado di bloccarla. Ma, ripeto, è una motivo a chi non crede nelle vaccinazioni e non capisce che la battaglia non è vinta». Infine l'infettivologo rivolge un appello alle istituzioni, «aiutiamo i paesi più in difficoltà, per incapacità o scarsi mezzi, a vaccinare tutta la popolazione».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Novembre 2021, 14:36
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