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No Tav in corteo a Torino: «Siamo in 70mila». Il rispetto delle madamin. Grillo: «Non si farà»
«Mentre la coda del corteo non ha ancora lasciato piazza Statuto, possiamo già dire che siamo 70.000 e faremo i conti finali in piazza Castello. Una marea No Tav». Lo afferma una nota No Tav, quando il corteo ha percorso via Cernaia in direzione di piazza Castello.
«Siamo qui perché condividiamo le preoccupazioni e le posizioni dei sindaci della valle e dei cittadini: è un'opera devastante e inutile». A dirlo il vicesindaco di Napoli, Enrico Panini, che sfila a Torino contro la Tav in fascia tricolore insieme ai primi cittadini della Valle di Susa e agli amministratori torinesi e piemontesi. «È solo un intreccio - accusa - che favorirà solo corruzione e malavita organizzata. Non c'è bisogno di grandi opere - conclude - ma che quelle che ci sono vengano messe in sicurezza, che scuole e ospedali funzionino e che il trasporto regionale possa essere degno di questo nome».
«Siamo qui in divisa, come vigili del fuoco, contro la distruzione del territorio e per la salvaguardia e la cura dell'ambiente, contro la militarizzazione delle valli. Soldi buttati al vento, per tutelare interessi di pochi imprenditori e delle mafie locali». Così Giovanni Maccarino, di Alessandria, membro del consiglio nazionale Usb dei vigili del fuoco, e Riccardo Zaccaria, del Coordinamento provinciale Usb Torino dei vigili del fuoco, in divisa al corteo No Tav oggi a Torino. «Siamo qui in duplice veste - aggiungono - come pompieri e come cittadini, perché condividiamo le ragioni della protesta: la Tav è un'opera inutile e dannose per il territorio».
«Siamo in tanti, siamo colorati ma soprattuto siamo convinti». Così Alberto Perino, tra i leader storici del movimento No Tav commentando la manifestazione in partenza da Torino. «Chiunque di coloro che oggi sta sfilando sa cosa è il Tav. Se le madamine lo avessero chiesto alla loro piazza nessuno lo avrebbe saputo - aggiunge - Sono 30 anni che facciamo manifestazioni, io non conto i numeri ma guardo alla resistenza della gente». «In questi anni abbiamo presi botte, abbiamo avuto condanne, qualcuno di noi è finito in galera ma siamo ancora qui», conclude.
LE MADAMINE «Ci sono momenti per scendere in campo e momenti per riflettere. Oggi lasciamo che siano altri a contarsi in piazza». Così le 'madamin' promotrici della manifestazione sì Tav dello scorso 10 novembre. «Nel giorno delle manifestazioni di Roma e di Torino, da parte di persone con idee diverse dalle nostre, ribadiamo il nostro rispetto per le opinioni altrui - aggiungono su Facebook - e per le istituzioni democratiche che ne consentono l'espressione». Le sette donne preferiscono concentrarsi sul manifesto dei sì: «Proviamo a rileggere attentamente e con occhio critico i suoi punti chiedendoci quali contenuti concreti vorremmo aggregare intorno a ciascuno di essi - è il loro invito -. Proviamo a chiederci quali di questi punti sono più importanti per la comunità in cui ciascuno di noi è inserito e come potremmo discuterne all'interno della comunità stessa. Su questa base, grazie ai volontari che hanno risposto al nostro questionario (li stiamo lentamente contattando uno ad uno), potremo creare dei tavoli veri di discussione in cui ritrovarsi, né troppi né troppo pochi, per dialogare in modo civile e costruttivo. Abbiamo cominciato dalle scuole, ma con il vostro aiuto vogliamo coinvolgere altre comunità di cittadini a Torino e nella regione intorno a noi».
GRILLO La Tav non si farà. A prevedere l' esito negativo del progetto è Beppe Grillo, un auspicio confidato ad un giovane contestatore che lo intercetta alla Fiera nazionale della piccola e media editoria che si tiene a Roma. Il ragazzo, un muratore laureando in ingegneria, riesce a «bucare» il muro di silenzio issato dal fondatore del M5s con i cronisti e lo provoca: «Come mai non sei a Torino a manifestare? Ora che sei al governo non stai più con i No Tav?».
La risposta arriva poco dopo in un faccia a faccia tra i due. «Grillo mi ha detto che stanno valutando - racconta lo studente al termine del colloquio - sono scettico ma non voglio fare l'uccello del malaugurio: spero che Grillo abbia ragione ma è tutto da vedere. Ma io non ci credo». Sono due giorni che Beppe Grillo è tornato a parlare della Tav. Prima con un duro post sul suo blog: «È una realtà fisica enorme, costosa e inquinante». Insomma, «la Tav is the new black».
Oggi però rincara la dose e presentando il libro della sua amica giornalista tedesca alla Nuvola di Fuksas, non si tiene. Giura di essere venuto per fare da «valletto» alla scrittrice, tiene a distanza i cronisti ma poi, davanti alla platea che è venuta ad ascoltare sbotta. E prende di mira i costruttori che protestano con i Si Tav. «Ci dovremmo vedere con questi costruttori che stanno lì a protestare perché il loro progresso è il cemento? Se gli togli il calcestruzzo non hanno un'idea neanche a morire». Poi se la prende per l' inutilità dell'opera. «I nostri porti sono montagne di container che stanno lì vuoti. E noi facciamo infrastrutture per portare container vuoti! Ha senso questo?».
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