No Green pass, la protesta è un flop: stazioni deserte. Su Telegram monta la rabbia: «A parole tutti leoni»

No Green pass, la protesta è un flop: stazioni deserte. Su Telegram monta la rabbia: «A parole tutti leoni»

La protesta contro il Green pass è un flop: poche persone, al massimo qualche decina, stanno partecipando alle manifestazioni nelle stazioni ferroviarie di varie città italiane, nel giorno in cui il certificato verde diventa obbligatorio per viaggiare sui treni a lunga percorrenza. Negli ultimi giorni la manifestazione di protesta, convocata sui vari gruppi Facebook e Telegram, aveva chiamato a raccolta migliaia di persone: ma in pochi hanno risposto alla chiamata dell'iniziativa 'no vax'.

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E monta la rabbia sui gruppi Telegram: su 'Basta Dittatura!', il gruppo su cui era rimbalzata la chiamata alla mobilitazione, in tanti esprimono il loro disappunto. «Qui ci sono solo giornalisti, io vado via. Grazie per la prossima volta non invitate proprio», scrive Ghosst, e dello stesso tenore sono molti interventi nella chat, in cui si alternano commenti sgrammaticati e scambi di insulti fra chi si ribella alla «dittatura sanitaria» e chi invece deride il rifiuto di vaccinarsi contro il Covid.

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«Io sono a Brescia non c'è nessuno», dice Billy, mentre Lisa A. è «pronta qua a Firenze: tutti poliziotti pronti chi altro c'è?». Esprime delusione l'emoticon con cui Marco B constata lo stesso scenario a Bergamo, e commenti praticamente identici arrivano da Riccione, Termoli, Trento. «Io sono in centrale a Milano non c'è nessuno - interviene Pino - a parole tutti leoni poi nessuno fa nulla».

Il flop da Roma a Napoli e Bari

I no vax napoletani disertano la manifestazione che era stata organizzata, come in altre città italiane, dinanzi alla stazione ferroviaria di piazza Garibaldi, a Napoli. All'appuntamento si è presentato solo Raffaele Bruno, segretario del Movimento idea sociale, in compagnia di un'altra persona. Bruno ha spiegato perché è contrario al vaccino ed anche al green pass. «Siamo contro ogni forma di violenza, e sono qua non per bloccare treni o fare altro - ha detto ai giornalisti mentre sventolava una bandiera italiana - ma poiché siamo in uno Stato libero e democratico il vaccino non può essere obbligatorio».

Dunque no al vaccino perché, a suo dire, avrebbe necessità di un maggior tempo di sperimentazione ma anche no al green pass che limiterebbe la libertà di movimento dei cittadini. «Abbiamo deciso insieme di rinunciare alla manifestazione - ha detto Bruno - perché il ministro dell'Interno ha mobilitato un esercito di agenti.

Io ho detto che sarei venuto comunque per spiegare comunque le nostre ragioni». Dopo dieci minuti sia Bruno che l'altro manifestante hanno lasciato l'area antistante la stazione ferroviaria che sin dalle prime ore del mattino è stata presidiata da decine di uomini delle forze dell'ordine schierate sotto gli sguardi incuriositi dei passeggeri che da oggi devono mostrare il green pass per accedere ai treni a lunga percorrenza.

Sono invece circa trenta i manifestanti all'esterno della stazione Tiburtina a Roma per l'annunciata protesta contro il Green pass. Oltre a un gruppo di militanti di Forza Nuova, che ha affisso uno striscione, altre venti persone circa si trovano ora all'esterno della stazione ferroviaria. L'area è presidiata dalle forze dell'ordine. «Italiani contro il Green pass», il testo di uno striscione affisso da un gruppo di militanti di Forza Nuova a una ringhiera nei pressi dell'ingresso della stazione Tiburtina a Roma. In piazza anche il leader romano Giuliano Castellino. 

Flop anche a Bari, dove la protesta ha visto la partecipazione di non più di una decina di cittadini, radunati in piazza Aldo Moro, davanti alla stazione centrale del capoluogo, in occasione dell'entrata in vigore dell'obbligo del green pass per viaggiare. «Non siamo qui per bloccare treni o creare problemi - hanno detto - ma per proporre la nostra versione dei fatti sui diritti costituzionali ormai calpestati e cancellati in questo Paese». I pochi manifestanti si sono scagliati contro i green pass, contro i vaccini obbligatori e, soprattutto, contro i giornalisti, insultati come «schifo, al soldo di un regime che ci sta distruggendo». Un docente precario di filosofia, un artigiano, un pensionato, una casalinga, sono questi i no-pass baresi, che annunciano che torneranno presto in piazza.

«Ci aspettavamo migliaia di persone»

Al momento non ci sono manifestanti 'No Green Pass' alla stazione Tiburtina. Rimane il cordone di polizia all'accesso e ai lati della stazione. Una signora lascia l'area della manifestazione e, interpellata dall'Adnkronos, si dice «delusa dalla mancanza di persone. Ero qui per manifestare contro il Green Pass e contro il vaccino: mi aspettavo di trovare migliaia di manifestanti e invece siamo tre o quattro». La signora Maria si è detta «contraria al vaccino: se cinque premi Nobel dicono che non bisogna farlo ci sarà un motivo. Mi fido di Montagnier, non di Burioni o Bassetti. È un siero genico sperimentale di cui non si conoscono gli effetti. Obbligarci a vaccinarci con questo Green Pass è incostituzionale. Solo in Italia sono arrivati a tanto. Siamo schiavi di questo sistema e delle multinazionali».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Settembre 2021, 08:22
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