Nigeriano si lancia dal treno e muore. La ferroviera choc: «Meglio uno così che un altro...»

Nigeriano si lancia dal treno e muore. La ferroviera choc: «Meglio uno così che un altro...»
«Meglio che si sia ucciso uno così che un'altra persona»: il commento choc, dopo la morte di un giovane nigeriano di 33 anni che si è buttato da un treno in corsa a Vercelli - forse perché senza biglietto, per evitare i controlli - verrebbe direttamente da una persona che lavora per Trenitalia. A denunciare l'accaduto un consigliere comunale del Partito democratico di Biella, Paolo Furia, che lo ha scritto in un post sul suo profilo Facebook.

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«Una persona straniera si lancia dal finestrino e si ammazza lungo la Milano-Torino oggi - si legge nel post - Treni in ritardo di 120 minuti e una stronza che lavora per Trenitalia che sa dire solo 'meglio che si sia ucciso così che un'altra persona'. Una stronza con l'accento vagamente meridionale che lavora all'ufficio dirigenti in movimento della stazione di Santhià». «Lo segnalo pubblicamente - conclude con una polemica contro Salvini - così almeno magari il ministro dell'Interno può venire a portare un elogio formale. Nemmeno di fronte alla morte si tace la pochezza di certa gente».
 

FS CONDANNA Non corrispondono «nel modo più assoluto ai valori dell'azienda» le affermazioni attribuite ad una dipendente della stazione di Santhià (Vercelli, ha precisato in una nota il Gruppo Fs Italiane, che si dice «da sempre attento al rispetto delle persone, a prescindere dallo stato sociale o dalla provenienza». E annuncia di avere avviato «accertamenti interni per verificare quanto segnalato».

IERI IL DRAMMA Il giovane nigeriano morto aveva 33 anni, era sbarcato a Lampedusa nel 2011 e lavorava come imbianchino nel vercellese: era in possesso del permesso di soggiorno e stava aspettando il rinnovo dello stesso. È morto, forse per evitare i controlli, lanciandosi da un treno in corsa, perché era sprovvisto di biglietto. Il giovane viaggiava su un regionale, diretto a Novara, quando ha dato in escandescenza e, davanti al personale di scorta della Polfer che invano ha tentato di trattenerlo, si è buttato da un finestrino. La procura di Vercelli ha aperto una inchiesta, affidata al sostituto procuratore Davide Pretti, e disposto l'autopsia.

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COS'È SUCCESSO Erano passate da poco le 11.30 quando sul 20013 Chivasso-Novara è scattato l'allarme. Secondo la prima ricostruzione degli inquirenti, la vittima era salita sul treno alla stazione di Santhià (Vercelli). Molto agitato, l'uomo si era diretto nella prima carrozza. E, senza un apparente motivo, aveva iniziato a percuotere la porta della cabina del macchinista per tentare di entrarvi. Gli agenti della Polfer presenti sul convoglio, subito intervenuti con il capotreno, hanno cercato di tranquillizzarlo. E sembravano esserci riusciti, quando li ha aggrediti. Un agente è stato colpito da un pugno in pieno volto e ferito con un morso ad un braccio.

Fulminea l'azione in cui ha abbassato il finestrino, dopo avere saltato su alcuni sedili per guadagnare la fuga, e si è lanciato all'esterno nonostante il tentativo dei poliziotti di afferrarlo per le gambe. Il capotreno ha azionato la frenata d'emergenza e, insieme ai poliziotti, ha attivato i soccorsi. La circolazione dei treni è rimasta interrotta per due ore, tra Santhià e Vercelli, per consentire le ricerche dell'uomo, trovato morto dietro ad alcune sterpaglie, lungo la massicciata della ferrovia.

RITARDI FINO A DUE ORE Ventuno i treni coinvolti: otto regionali hanno registrato ritardi fino a due ore; cinque sono stati cancellati per l'intero percorso, mentre tre Eurocity e cinque regionali sono stati cancellati per parte del percorso. Tra gli effetti personali della vittima, contenuti all'interno di uno zainetto, non è stato trovato nulla in grado di aiutare gli inquirenti a capire il motivo del gesto. A chiarirlo saranno dunque gli accertamenti disposti dalla magistratura, che nei prossimi giorni ascolteranno i testimoni, a cominciare dagli agenti della polizia ferroviaria intervenuti, che, sotto choc, sono stati accompagnati in ospedale per le cure del caso. 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Ottobre 2018, 12:16
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