Catia Castagnari presenta il libro sulla lotta al cancro e muore il giorno dopo
Ad un mese dalla scomparsa del figlio è il padre a parlare. «Vorremmo capire se ci sia stata negligenza da parte del nostro medico di famiglia nel prescrivere un farmaco così potente, che Nicolò non aveva mai assunto, senza visitarlo: la ricetta peraltro è stata intestata a me - spiega Antonio Daversa -. Ma al di là di questo, ciò che ci preme davvero è che si vada a fondo sul farmaco che gli è stato iniettato, perché in Italia i casi di decesso che potrebbero essere legati all'assunzione di questo farmaco sono diversi: oltre a mio figlio, c'è il signore di Cassino ma anche un 47enne deceduto in Calabria nell'agosto 2016 e altri ancora».
I familiari di Nicolò si sono affidati ad una agenzia di tutela, la Studio 3A-Valore spa.
Vogliono sapere se la morte del loro figlio, a soli 27 anni, sia stata effettivamente causata da una reazione allergica a un farmaco assunto per curare un banale mal di gola. «Chiediamo al Ministero della Salute di attivarsi per sottoporre quel medicinale ad una campagna di analisi e controllo per escluderne la nocività o per verificare se vi sia stato qualche errore nella composizione di alcuni lotti: per scongiurare altri drammi. E perché la morte di Nicolò, almeno, non sia stata vana e possa servire per salvare altre vite».
I suoi familiari si sono rivolti al loro medico di famiglia, Marcello Moscoloni, 67 anni, con studio e residente a Falconara. Secondo i genitori, non lo avrebbe visitato, prescrivendogli iniezioni di un antibiotico, il Fidato, con lo stesso principio attivo del Rocefin, che in passato, sempre stando ai genitori, aveva già assunto. I familiari hanno presentato un esposto in Procura il 19 marzo e il pm Andra Laurino ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, indagando il medico.
Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Aprile 2019, 12:06
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