Nicola Marra, morto sugli scogli dopo la discoteca. Le ultime ore di vita: «Aveva le vampate e piangeva»

Le ultime ore di Nicola, morto sugli scogli a 20 anni: «Aveva le vampate e piangeva»

di Giuseppe Crimaldi
C'è chi lo ha visto piangere. E chi racconta che si era lasciato andare, nell'ultima lunga e tragica notte, consumando al bar molti, forse troppi bicchieri. Qualcuno sostiene, invece, di averlo notato mentre - inspiegabilmente - a pochi metri dall'uscita del locale in cui era andato a ballare tentava disperatamente di scavalcare un'alta cancellata. Nicola Marra non c'è più, e non potrà mai raccontare la maledizione di quel sabato sera a Positano. Ma chi lo ha visto, chi ha notato i suoi movimenti e chi insieme con lui era andato al «Music on the rocks» che si affaccia sullo specchio di mare di Positano, racconta il travaglio delle ultime ore di vita di questo ragazzo ventenne la cui morte adesso è avvolta da un mistero profondo.

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Era un ragazzo perbene. Un giovane venuto su in un ambiente sano: quello di una famiglia che oggi è disintegrata dalla tragedia inattesa e incomprensibile. Per questo chi lo conosceva bene non riesce a darsi pace. I suoi amici lo ricordano con il sorriso buono che sapeva dispensare a tutti e gli occhi dolci, gli stessi immortalati in un'istantanea che lo ritrae con il suo amatissimo labrador ancora cucciolo stretto tra le braccia.

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Eppure qualcosa, o qualcuno, si è intromesso nella mente di questo ragazzo che tutti descrivono come una persona senza grilli per la testa. Studi al Liceo Tito Lucrezio Caro, prima, e poi al Denza, la madre è un noto e stimato avvocato matrimonialista, Maria Teresa Incisetto, il papà Antonio lavora al Consiglio nazionale delle Ricerche. Era il primogenito. Iscritto alla facoltà di Giurisprudenza all'Università Luiss di Roma (che frequentava con profitto), aveva una sola sorella, 17enne.

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Maledetto quel sabato sera. Nico, raccontano i suoi amici, era rimasto fino all'ultimo in bilico: indeciso se passare la serata a Capri oppure a Positano. Alla fine aveva optato per la seconda destinazione. «Al Music - racconta Roberto - c'era andato insieme con due amiche di Pozzuoli. In questo periodo Nicola non era fidanzato, non aveva una ragazza fissa. Amava la vita, gli piaceva divertirsi, ma sempre nei limiti e senza esagerare».

E così, poco dopo le otto, sabato Nico esce dalla sua abitazione a Chiaia, si mette in macchina e - con le due amiche - imbocca l'autostrada Napoli-Salerno e raggiunge Positano. Piove, non è una bella serata: e questo teniamolo presente per la tragica piega che prenderà la nottata.

Chi lo ha visto, chi era con lui e chi - alla luce di ciò che è successo - lo ha comunque notato in quel carnaio che era la discoteca in Costiera racconta che Nicola si sarebbe presentato più volte per pagare delle consumazioni al bar. Lo hanno visto nel locale, per l'ultima volta, quando mancava poco alle 4,30 del mattino. Il locale era ancora affollato. «Ci ha detto che era pronto a tornare a Napoli - racconta una delle ragazze che erano con lui - Ci siamo preoccupate, perché sembrava che piangesse. Appariva come agitato, ma lì per lì non ci abbiamo dato peso. A un certo punto si è anche tolto la camicia, sudava...».

Qui cominciano le anomalie. Perché Nico aveva le lacrime agli occhi? Perché, uscendo dalla discoteca, avrebbe lasciato il giaccone con i documenti all'interno al guardaroba? «A metà serata diceva di sentire molto caldo, come se fosse in preda a delle vampate». Ma non è tutto. Quando lascia il locale - da solo - Nico non ha più con sé il cellulare: a ritrovare il telefonino saranno, poco dopo, alcuni ragazzi. Poi c'è il particolare più inquietante: a riferirlo è qualcuno che sostiene di aver riconosciuto il ragazzo mentre - poco prima delle cinque - provava a scavalcare un cancello sul viale principale di accesso al locale, sotto una pioggia battente e mentre il vento agitava il mare. Qualcuno gli avrebbe anche detto: «Fermati! Che fai?», riferendo di aver notato quel giovane in stato di evidente agitazione. Circostanze, ovviamente, tutte da verificare e approfondire. Come quest'altra voce che pure qualcuno sta facendo circolare nelle ultime ore: «Dal mare, dalla zona della spiaggia si sentiva distintamente una voce che invocava aiuto».

 
Ma per capire chi fosse veramente questo ragazzo dal volto pulito, senza grilli per la testa, basta scorrere le immagini e i post del suo profilo Facebook. Solare, sempre sorridente negli scatti che lo ritraevano, di volta in volta, sugli sci a Moena, o al veglione di Capodanno con gli amici, piuttosto che agli imbarchi di Capodichino prima del viaggio in Spagna. Ma per comprendere di che pasta fosse fatto Nico Marra, per apprezzare la sensibilità (e forse anche un qualche travaglio interiore) di un ragazzo che oggi non c'è più e che in tanti piangono va letto uno degli ultimi post che lo accompagnano - ritratto in foto - sempre sul social network: «Nella vita le cose passano sempre, come in un fiume. Anche le più difficili che ti sembra impossibile superare le superi, e in un attimo te le trovi dietro alle spalle e devi andare avanti. Ti aspettano cose nuove. Partendo da zero».
(Ha collaborato Cristina Cennamo)
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Aprile 2018, 11:42
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