Nasconde per 30 anni un'altra famiglia e scompare, la moglie a Chi l'ha Visto: «Mi fidavo perché era impotente»

Nasconde per 30 anni un'altra famiglia e scompare, la moglie a Chi l'ha Visto: «Mi fidavo perché era impotente»

di Silvia Natella
Aveva una doppia vita Giuseppe Niccolini, l'uomo partito per la Polonia e mai più tornato a Grosseto dalla sua famiglia, o almeno da una delle due. A Chi l'ha Visto? parla Ivana Cesaretti, la moglie che solo pochi mesi fa ha scoperto di non essere stata l'unica donna della sua vita negli ultimi trent'anni. Niccolini aveva un'amate e un figlio in Polonia, dove lavorava e aveva investito parte dei suoi risparmi. Ed è stata l'altra famiglia a informare Ivana, la figlia e la nipote della morte dell'uomo con un certificato di morte e la foto di una lapide. Sono molti però i punti oscuri in questa vicenda.

Gessica Lattuca, l'ex datore di lavoro intercettato mentre parlava con lei: «Esci che ti do qualcosa»

«Avevo un bel ricordo di mio marito, era perfetto ed eravamo una famiglia da "mulino bianco". Faceva avanti e dietro da Grosseto, ma diceva che ero l'unica donna della sua vita. Io mi sono fidata perché a letto era impotente. Invece a quanto pare non era così», ha dichiarato la moglie ai microfoni di Chi l'ha Visto?.
L'uomo sarebbe deceduto il 20 aprile di quest'anno. Pochi giorni prima, la donna che loro conoscevano come la direttrice della pizzeria in cui lavorava li aveva chiamati per avvisarli che Niccolini era caduto e che non sarebbe rientrato in Italia. Solo a quel punto Ivana ha capito che non era soltanto la socia del marito, ma anche l'amante. Ed è stato lui stesso, con un filo di voce, a prendere il telefono e a raccontare tutta la verità alla figlia. Il 20 aprile la notizia della morte e dei funerali già celebrati. 



Nel certificato di morte in polacco figura che l'uomo è morto da divorziato. «Lui il divorzio non me lo ha mai chiesto», precisa Ivana. C'è un altro mistero attorno alla scomparsa di Niccolini. Un giorno un ragazzo polacco si è presentato dalla famiglia a Grosseto spiegando che Niccolini non era morto, ma era tenuto prigioniero. «Io non posso dire il mio nome perché altrimenti mi uccidono», le sue parole. «Sono ancora tanti gli interrogativi - conclude Ivana - Questo ragazzo mi ha messo un dubbio in testa e l'unico modo per sapere cosa è successo è riaprire la tomba. Se fosse ancora vivo lo riaccoglierei in casa, nonostante tutto».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Ottobre 2018, 23:48
© RIPRODUZIONE RISERVATA