Rosa, strangolata dal vicino perché ha resistito allo stupro

Catturato il manovale 31enne nel cui monolocale è stato trovato il corpo della ragazza

Rosa, strangolata dal vicino perché ha resistito allo stupro

di Giammarco Oberto

A Grumo Nevano era una faccia poco conosciuta, Elpidio D’Ambra. Ma la sua foto è rimbalzata spontaneamente di profilo social in profilo social per agevolarne la cattura, in una sorta di manifesto “wanted” 2.0 che alla fine ha funzionato. Ieri sera è bastato uno sguardo a un medico per riconoscerlo, nella sala d’attesa del pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta: si era sentito male, stava ritirando dei referti. Il dottore ha chiamato il 112, e D’Ambra è stato catturato in un’operazione congiunta della squadra mobile di Napoli e del Comando provinciale dei carabinieri.

La notizia della sua cattura è subito rimbalzata a 26 chilometri di distanza, a Grumo Nevano. «Lo hanno preso quel bastardo?» chiedevano i passanti davanti alla palazzina della famiglia Alfieri in via Risorgimento 1. Lì dove al piano terra c’è il monolocale in cui martedì pomeriggio Vincenzo Alfieri, imprenditore tessile, proprietario della palazzina, ha trovato il corpo della figlia Rosa, 23 anni, gli abiti stracciati e un fazzoletto in bocca. Morta soffocata, a un muro di distanza dai suoi cari, che vivono al piano superiore, mentre si dibatteva - è l’ipotesi degli inquirenti - cercando di respingere l’approccio sessuale del vicino.

Che le ha infilato uno straccio in bocca per non farla urlare e che poi le ha stretto le mani intorno al collo - sulla dinamica l’autopsia sarà più chiara - fino a che Rosa ha smesso di respirare.

Elpidio D’Ambra ha 31 anni, fa il manovale. Era tornato di recente a Grumo Nevano dalla Spagna, dove aveva avuto problemi con la giustizia, per furto. Da 15 giorni aveva preso in affitto l’appartamento al primo piano della palazzina degli Alfieri. Incrociava tutti i giorni Rosa sulle scale, ha cominciato ad esserne ossessionato. Fino a che mercoledì l’ha aggredita, dopo averla attirata nell’appartamentino non si sa se con una scusa o con la forza. È stato lui, verso le 17, ad aprire la porta al padre di Rosa, che la cercava disperatamente perché l’auto della ragazza era parcheggiata in cortile ma di lei non c’era traccia. «L’hai vista?». «No» la sua risposta. Invece lei era riversa nel bagno, già cadavere. Dove due ore dopo - buttata giù la porta a spallate - papà Vincenzo l’ha trovata. Elpidio D’Ambra, volatilizzato. Fino a ieri sera.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 3 Febbraio 2022, 13:55
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