Funivia Stresa-Mottarone, Nerini: «Voglio incontrare le famiglie, le risarcirò con tutto ciò che ho»

Funivia Stresa-Mottarone, Nerini: «Voglio incontrare le famiglie, le risarcirò con tutto ciò che ho»

I responsabili della strage della Funivia Mottarone si dicono pronti a pagare per la morte di 14 persone. Luigi Nerini, gestore dell'impianto, tornato a casa avrebbe fatto sapere tramite il suo avvocato di voler visitare le tombe e di voler incontrare le famiglie: «Le risarcirò con tutto ciò che ho». Intanto, si fa avanti l'ipotesi che i freni si attivavano continuamente proprio perché la fune stava per spezzarsi.

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Nerini e il direttore di esercizio Enrico Perocchio hanno lasciato il carcere di Verbania 48 ore dopo che la cabina precipitata sulla montagna che si affaccia sul Lago Maggiore ha causato la morte di 14 persone. Agli arresti domiciliari il capo servizio Gabriele Tadini che ha ammesso di aver manomesso il sistema di frenata di sicurezza. A breve potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati anche altri dipendenti della società che gestisce la funivia del Mottarone. «Valuteremo in che termini sapevano dell'uso dei forchettoni», ha detto la procuratrice di Verbania Olimpia Bossi.

 


Gli addetti alla funivia del Mottarone sapevano della prassi del caposervizio Gabriele Tadini di lasciare inseriti i ceppi per bloccare il sistema frenante, ma forse potevano rifiutare di assecondarla. È quanto si ricava dall'ordinanza con cui il gip di Verbania ha disposto gli arresti domiciliari per Tadini.

Alcuni passaggi del testo sembrano volere indirizzare la ricerca delle responsabilità: di un manovratore in servizio il 23 maggio, giorno dell'incidente, il giudice scrive che «mai avrebbe dovuto essere sentito come persona informata sui fatti, dopo le dichiarazioni assunte prima delle sommarie informazioni rese da Tadini».


Ultimo aggiornamento: Martedì 1 Giugno 2021, 08:38
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