Delitti del “mostro di Firenze”, svolta nel 2019. Due filoni d'indagine al vaglio della Procura

Delitti del “mostro di Firenze”, svolta nel 2019. Due filoni d'indagine al vaglio della Procura

di Emilio Orlando
Otto duplici omicidi avvolti ancora nel mistero. Nell' anno appena trascorso, protagonisti di rilievo sulla scena investigativa sono stati appunto gli omicidi  irrisolti del Mostro di Firenze uno dei cold case evergrenn che appassiona ed interessa a livello scientifico e criminologico lettori ed esperti di crimine di tutto il mondo. 
Nell’ estate del 2018, a 50 anni dal primo duplice omicidio del 1968, tutte le maggiori testate giornalistiche, hanno ripercorso la lunghissima vicenda proprio per l' iscrizione nel registro degli indagati della procura fiorentina di due nuovi personaggi  di cui  tutti attendono proprio nei primi mesi di quest' anno che il procuratore agiunto Luca Turco, decida per l’archiviazione o per il rinvio a giudizio. La lente d' ingrandimento degli investigatori si è concentrata questa volta su l' ex legionario 87enne Giampiero Vigilanti, originario di Vicchio e residente a Prato e sul suo ex medico personale Francesco Caccamo di 86 anni e Tunisino di nascita ma residente a  Firenze dalla fine anni '90. L' uomo è stato tirato in ballo proprio dall' ex legionario durante le indagini dei carabinieri del raggruppamento operativo speciale.
 
 

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Secondo l' ipotesi accusatoria i due sarebbero coinvolti negli otto duplici omicidi in concorso tra loro. Alcuni omicidi delle coppiette infatti, avvenero proprio vicino a casa dell' ex legionario.  Anche Caccamo sarebbe vissuto in Mugello e Vigilanti conobbe Pietro Pacciani. Viveva a Calenzano quando il 22 ottobre del 1981 vennero uccisi Stefano Baldi e Susanna Cambi. Compare proprio qui il mistero dell' automobile rossa, presente più volte negli atti d'indagine che  secondo i testimoni era dei “compagni di merende” .I detective del Ros hanno riesaminato ogni atto delle precedenti indagini, risivisitandole alla luce di nuovi piccoli elementi. Con l' aiuto della scienze e di potenti e moderni metodi tecnologici delle scienze forensi, hanno ripercorso le tracce del killer che dal 1968 al 1985 seminò morte e terrore tra le coppiette che si apprtavano nelle campagne toscane e che suscitò in quegli anni una vera psicosi da mostro. In quasi un ventennio il serial killer più temuto in Italia ed all' estero, uccise sedici persone. La procura di Firenze ha indagato in questo periodo su duecento sospettati. Per la prima volta nel nostro paese dopo le indagini su “Cosa Nostra” sbarcò da oltre Oceano “la sezione scienza del comportamento” dell' “FBI” per seguire le tracce del criminale seriale,ipotizzando addittura anche la pista setta satanica con mandanti.

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Questa ipotesi nontrovò mai conferme ufficiali, come pure quella che il killer era vicinissimo ad ambienti investistigativi e ce forse era proprio uno di loro. Un' altro elemento di rilievo ultimamente emerso, è quello relativo alla missiva anonima datata novembre 1991 , spedita all’ex avvocato di Pietro Pacciani ed alla direzione di un giornale locale, nella quale veniva pre - annunciato “l’interramento” di una pistola nell’orto del contadino di Mercatale. L' ex legionario oltre a saper utilizzare le armi, conosceva bene i luoghi dove il 14 settembre 1974 morirono Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini a Borgo San Lorenzo e a Vicchio dove la solita mano assassina freddò Claudio Stefanacci e Pia Rontini. Ma lui, raggiunto nella sua casa di via dell' Anile a Prato, si dichiara estraneo alla serie di delitti. «Io con quegli omicidi non c' entro - ha sempre sostenuto Vigilanti - è da anni che ogni tanto mi vengono a prendere i carabinieri per interrogarmi, ma non io  ho fatto nulla». Una volta l' ex legionario subì una perquisizione dopo una lite con un vicino ed in casa possedeva di 176 proiettili calibro 22 marca Winchester long rifle. Dopo qualche mese la sua posizione venne archiviata.


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Nel 2013 l' uomo denunciò il furto di quattro pistole che deteneva legalmente tra cui una Beretta calibro 22. Su questo punto durante l'interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo l' avvocato Diego Capano legale di Vigilanti, l' archiviazione arriverà a breve.  Sull' altro indagato, il medico e odontotecnico che operava in via Scandicci 11 a Firenze. Potrebbe essere stato un fiancheggiatore, uno che sapeva utilizzare bene il bisturi per le amputazioni. Nel libro inchiesta “Mostro di Firenze - Al di là di ogni ragionevole dubbio”, di Paolo Cochi, vengono ripercorsi tutti gli atti processuali anche alla luce della nuova inchiesta che riguarda il cosidetto " ex legionario", che con la sua testimonianza, confuterebbe del tutto o in parte le precedenti ipotesi giudiziarie sui sedici omicidi, alcuni dei quali attribuiti ai “compagni di merende” ed inizialmente anche a Pietro Pacciani. Gli autori dell opera sostengono e sottolineano che nessuno degli elementi emersi, forniranno delle risposte. Alla base di questa vicenda restano le indagini mal condotte e i processi piu’ che discutibili. Tanti elementi emersi negli anni degli omicidi del Mostro non vennero considerati perchè non c'erano le tecnologie per fare approfondite analisi forensi all' altezza di un serial killer. C' è chi tra gli esperti medico legali che si sono occupati del caso sostiene che dalla visione delle foto, si può affermare che le larve trovate sui cadaveri dei ragazzi francesi, anticipano la data della morte al sabato e non alla domenica. Questi ed altri punti oscuri forse verranno chiariti proprio nel primo trimestre di quest' anno.

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Gennaio 2019, 20:00
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