Addio alle stelle del Jazz: Konitz, dopo Roney e Marsalis. Il Covid cancella il ritmo di club
di Rita Vecchio
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Al seguito del pianista Lennie Tristano a New York, stringe amicizia con Charlie Parker. Poi i concerti nel mondo, tutto con umiltà. Non un manager che lo seguisse, nessuna promozione: solo lui, il suo sax e il suo jazz. La sua improvvisazione era tutta ispirazione, fuori da ogni virtuosismo tecnico: «Sono costantemente stupito ancora dal miracolo dell’improvvisazione», diceva a chi aveva la fortuna di incontrarlo. «Ti intriga tutta la vita: nell’improvvisare ho il vantaggio della sorpresa».
Konitz è il secondo collaboratore di spicco di Miles Davis morto per coronavirus: Wallace Roney, vincitore di un Grammy proprio per A Tribute to Miles, è morto due settimane fa all’età di 59 anni all’ospedale di Paterson, nel New Jersey. I concerti con Art Blakey, i Jazz Messengers, e Tony Williams, le rielaborazioni orchestrali degli album di Davis Sketches of Spain e Porgy and Bess. il batterista che aveva suonato al fianco di Herbie Hancock e Wayne Shorter nel secondo grande quintetto di Miles Davis, a cui spesso era paragonato: «Non mi stanco mai dei paragoni con lui, mi stanco dei critici che cercano di trasformarlo in qualcosa di brutto».
Altre tre sono le vittime del COVID-19. Ellis Marsalis, pianista leggenda e tra i fautori del jazz di New Orleans, muore a 85 anni. Bucky Pizzarelli, chitarrista pilastro della scena jazzistica di New York degli anni ‘70. Da Sinatra a Goodman, esibendosi spesso anche con il suo celebre figlio John. Aveva 94 anni. E il sassofonista camerunese Manu Dibango all’età di 86 anni. Soprannominato Papy Groove, è stato un gigante della musica afro, influenzando artisti da Herbie Hancock a Enzo Avitabile e Jovanotti.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Aprile 2020, 13:11
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