«Quando mi ha detto che era bloccata, che le stavano tutti addosso e non riusciva nemmeno a respirare sono impazzito...mia figlia era in balia di gente senza scrupoli e io ero a casa impotente. Se non fosse riuscita a scendere a Desenzano quelli non so cosa le avrebbero fatto». È il racconto del padre di una delle ragazze che hanno subito violenza sessuale su un treno al ritorno da Gardaland, genitore di una delle due residenti nel Pavese, mentre altre tre sono di Milano. La riporta oggi il Corriere della Sera. Il padre esprime critiche al sistema di emergenza e alle ferrovie: «Ho chiamato prima la Polizia Ferroviaria di Peschiera, ma non rispondeva nessuno, poi il 112, che mi ha passato i Carabinieri di Peschiera, che mi hanno detto di chiamare la Polizia ferroviaria... a quel punto sono salito in macchina. Mezzora dopo mi hanno chiamato i Carabinieri ma mia figlia era riuscita a scendere a Desenzano».
Identikit e video: caccia ai sospettati
Sono due le inchieste parallele sulle quali sta lavorando la Procura di Verona dopo la maxirissa avvenuta il 2 giugno sul Lago di Garda. La prima riguarda i disordini tra Peschiera e Castelnuovo, in città e in spiaggia. Per questo fascicolo l'ipotesi è di rissa aggravata, danneggiamenti e tentata rapina. Il secondo filone delle indagini si focalizza specificatamente sulle molestie sessuali denunciate da cinque adolescenti lombarde sul treno che le riportava a casa dopo una giornata a Gardaland. Secondo quanto trapela da fonti giudiziarie, non è escluso che la Procura veronese valuti anche l'aggravante, per la seconda inchiesta, dell'odio razziale, sulla base proprio delle dichiarazioni delle cinque vittime. «Mentre ci toccavano senza lasciarci scampo - ha raccontato una delle adolescenti agli investigatori - ci urlavano 'qui non vogliamo italianì».
Ho montato una raccolta dei video che ho trovato su TikTok e Instagram che documentano i disordini e gli atti vandalici avvenuti a Peschiera del Garda. Fatelo girare. #PeschieraDelGarda pic.twitter.com/PoypaxQ3Qs
— Luca Donadel 🧱 (@realDonadelLuca) June 4, 2022
Entrambe le inchieste aperte dagli inquirenti risultano per ora «contro ignoti, nei confronti di persone da individuare». A coordinare il doppio filone d'indagine sarà il pm Mauro Leo Tenaglia. «Il primo si concentrerà sui pesantissimi eventi accaduti in spiaggia e riguarderà danneggiamenti, risse, lesioni, rapine, devastazioni, vandalismi, interruzione di pubblico servizio - anticipa Bruni -.
La riunione dei sindaci
Intanto tutti i sindaci della sponda veronese del Lago di Garda parteciperanno domani alle 17 ad una riunione con il Prefetto di Verona per discutere di sicurezza e viabilità dopo la maxirissa. È lo stesso sindaco di Castelnuovo, Giovanni Dal Cero, a darne notizia. «Sono contento - dice oggi all'ANSA - che sia passando il messaggio che il problema della sicurezza debba essere trattato unitariamente, con a capo Questura e Prefettura». Dal Cero ha già stilato la lista delle richieste che rivolgerà al Prefetto. «Chiediamo che ci sia la consapevolezza da parte del Ministero dell'interno che da Pasqua sino ad ottobre ci servono degli agenti in più - sottolinea - e che è necessario un maggior coordinamento tra territorio e autorità, oltre ad un controllo più stringente delle stazioni ferroviarie». Sul fatto che non ci fossero telecamere sul treno sul quale le cinque adolescenti lombarde hanno subito molestie da parte di una trentina di giovani, il sindaco rilancia. «Vorrei che i Carabinieri - sottolinea - vedessero in diretta ciò che riprendono le nostre telecamere municipali, per poter intervenire direttamente».
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Giugno 2022, 22:18
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