Moana Pozzi, venticinque anni fa il decesso: ma la morte resta un mistero

Moana Pozzi, venticinque anni fa il decesso: ma la morte resta ancora un mistero

di Valeria Arnaldi
«Mi immagino ancora una donna piacente, mi darò da fare per continuare ad esserlo, dopo non mi immagino più». Era la primavera del 1994 quando, con un lungo abito rosso di paillettes, citazione di Marilyn Monroe in “Gli uomini preferiscono le bionde”, Moana Pozzi nella trasmissione Rai “Tutti a casa” condotta da Pippo Baudo, parlava del suo domani. Aveva 33 anni. 

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Il 15 settembre dello stesso anno si sarebbe spenta a causa di un male rimasto misterioso, forse un tumore. Sono passati 25 anni dalla sua scomparsa ma la memoria del personaggio è ben viva. Moana ha saputo andare ben oltre il suo ruolo, conquistando i media e dedicandosi pure all’impegno politico. È diventata un’icona - immagine di bellezza, libertà, trasgressione, ironia - e perfino un mito, tanto che ciclicamente qualcuno sostiene che sia ancora viva ma lontana dai riflettori, come si era detto di Elvis Presley e pure di Michael Jackson. 
 
 


Il suo segreto è stato non accettare limiti ed etichette, muovendosi in vari ambiti e costruendosi sempre uno spazio, uscendo dal solo mercato dell’hard per entrare nelle case di tutti. Classe 1961, Moana è cresciuta nel mondo post-sessantottino, sapendone sfruttare le “nuove” libertà. E degli anni ‘80 ha cavalcato l’edonismo.

Ha iniziato a lavorare come modella e comparsa in più film. Il suo debutto, con piccoli ruoli in commedie, è datato 1980. Nello stesso anno, gira il corto “Smorza ‘e llights ovvero Caserta by night”, sua prima interpretazione a seno nudo, con Renzo Arbore. Nel 1982 in Rai conduce “Tip Tap Club”, programma per bambini. In quel periodo fa le prime esperienze nel porno e deve lasciare la trasmissione. Ha deciso: l’hard sarà la sua strada. È pienamente consapevole di ciò che comporta - dirà: «Far nascere una persona e poi dovergli far accettare certe scelte credo non sia giusto, quindi probabilmente non avrò figli» - ma anche di ciò che può ottenere. Il successo arriva. Il porno è il suo trampolino.

Ha recitato in commedie, lavorato in programmi tv, uno per tutti “L’araba fenice” di Antonio Ricci, scritto libri. Alle elezioni del 1992 si presenta con il Partito dell’Amore, fondato da Riccardo Schicchi che, nel 1987, aveva firmato il suo esordio nel porno. Nel 1993, candidata sindaco a Roma per lo stesso partito, nelle tribune politiche parla di bus elettrici, traffico, burocrazia lenta, risparmio. «I parcheggi e la casa per chi ne ha bisogno» sono le sue priorità. Il suo primo talento è stato saper usare la sua bellezza. Costruirsi, già in vita, apparizione dopo apparizione, come icona. Prima regista di sé stessa. «Non sono pentita - ha detto nel 1994 - rifarei tutto ciò che ho fatto».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Settembre 2019, 08:42
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