«Sono un maschio, non prendo ordini da una donna»: militare condannato per insubordinazione

«Sono un maschio, non prendo ordini da una donna»: militare condannato per insubordinazione

di Domenico Zurlo
Non voleva eseguire gli ordini di una donna, nonostante fosse sua superiore: succede nella Marina Militare, e il protagonista della storia è un 34enne, Alessandro S., che è stato condannato per insubordinazione dopo aver messo in dubbio l’autorità della sua superiore, soltanto - appunto - per via del suo genere.

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L’episodio è avvenuto a bordo di Nave Martellotta, a La Spezia. «Non devo dar conto a nessuno - avrebbe detto il 34enne - Sono un maschio, ho girato il mondo e non mi faccio comandare da una femmina». Parole rivolte al sottotenente di vascello che gli aveva ricordato l’obbligo di rispettare i suoi doveri, pronunciate durante un’assemblea.

Il militare ha fatto ricorso in Cassazione affermando di aver pronunciato quelle parole in uno stato emotivo acuito dalla convinzione di stare nel giusto: ma i giudici non hanno creduto alle sue parole, condannandolo a un mese e dieci giorni di reclusione per insubordinazione. E non è finita qui: Alessandro S., che presta servizio in cucina, aveva anche lasciato la base con un permesso non valido e aveva sottratto alcuni registri, e per questi altri due reati si è beccato altri sette mesi di reclusione per disobbedienza.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Novembre 2018, 19:28
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