Migranti, rivota nella baraccopoli "zona rossa" a San Ferdinando. Due poliziotti feriti: «Intervenga Lamorgese»

Migranti, rivota nella baraccopoli "zona rossa" a San Ferdinando. Due poliziotti feriti: «Intervenga Lamorgese»

di Nico Riva

Vincenzo Chianese, Segretario generale di Polizia, tuona: «È intollerabile che nessuno abbia fatto nulla di idoneo a placare gli animi scaricando così ancora una volta problematiche sociali sulla pelle dei poliziotti, stavolta quelli del Reparto Mobile di Reggio Calabria, che stamattina sono stati di nuovi fatto oggetto di una fitta sassaiola, che non solo era prevedibile ma dirittura ovvia, visto il contesto è la situazione». Siamo a San Ferdinando, in Calabria, dove una tendopoli è stata dichiarata zona rossa dalla sera del 17 ottobre, scatenando una rivolta nei migrandi che vi ci abitano. 

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«Avevamo apprezzato i pacati ma perentori di alcuni amministratori che davano solidarietà ai poliziotti feriti la sera del 17 ottobre ma invocavano un immediato intervento che andasse alla radice del malcontento che aveva scatenato la rivolta dei migranti alloggiati nella tendopoli dichiarata zona rossa che, quindi, non potranno più lavorare e quindi non avranno reddito di sussistenza per un tempo ancora non definibile», prosegue il Segretario Chianese. 

«Chiediamo quindi al Ministro dell’interno di intervenire tempestivamente ed in prima prima persona per risolvere alla radice il problema della convivenza forzata tra contagiati e non all’interno della tendopoli e del sostegno al loro reddito, per poi accertare eventuali responsabilità dell’inammissibile inerzia che, dopo i due feriti di sabato sera, ha di nuovo messo a repentaglio la comunità di servitori dello Stato ancora una volta trattai da servi», ha concluso.

La tensione, dopo la decisione di dichiarare la zona "rossa" in seguito a 14 casi positivi di coronavirus, è esplosa.

Decine di migranti hanno provato a forzare la cintura delle forze dell'ordine. È partita una sassaiola contro i poliziotti che hanno resistito al tentativo di fuga. Intanto, il videpresidente calabrese Nino Spirlì, che ha preso il posto della defunta Jole Santelli, ha emanato il divieto di allontanamento dei presenti e il divieto di accesso: nessuno entra e nessuno esce dalla zona rossa. 

Il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, ha espresso in una nota: «sgomento e delusione. Nell’esprimere sentimenti di vicinanza e gli auguri più affettuosi ai due poliziotti feriti, desidero rinnovare, anche in questa circostanza, la più profonda gratitudine dell’amministrazione comunale di San Ferdinando alle Forze dell’Ordine che, spesso, pagano in prima persona le conseguenze di una politica distante o indifferente rispetto a un fenomeno sempre più spinoso e gravemente drammatico. Quanto accaduto è l’ennesima testimonianza di un malessere molto più diffuso che reclama, da una parte, il rapido superamento della Tendopoli di San Ferdinando ma, anche, una strategia risolutiva delle dinamiche migratorie in tutta la Piana. Chiedo, per l’ennesima volta e con rinnovata energia, al governo centrale e all’istituzione regionale di intervenire per governare la complessità di un fenomeno che può trasformarsi in risorsa ma anche generare derive violente e antidemocratiche».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Ottobre 2020, 10:46
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