Migranti ripuliscono piazza Principe Umberto a Napoli: «La città è di chi la vive»
di Paola Marano
«E’ una giornata veramente importante per noi. Noi viviamo la città e abbiamo pensato a delle inziative che possano contribuire allo sviluppo della stessa – spiega Zoumana Karaboué, rappresentante dei migranti ospiti nell’Hotel San Giorgio- questa è la prima pietra che lanciamo ma non sarà l’ultima. I problemi d questo quartiere non sono solo gli stranieri ma anche i napoletani».
Un’inziativa che ha raccolto il plauso di alcuni residenti, e la diffidenza di qualche altro. «Un segnale per scuotere un po’ le coscienze delle persone che aiuta a vedere questi ragazzi non soltanto come un problema ma come risorse per contribuire a tenere la città pulita facendo in modo di tenerli impegnati - ha sottolineato Vittorio Macina, educatore del quartiere – non si possono mettere 1000 immigrati in 800 metri quadrati, praticamente in 5 strade è concentrata tutta la accoglienza di una città».
Per i residenti il fulcro della questione risiede in una redistribuzione poco equilibrata dei migranti sul terriotorio e una cattiva gestione dell’accoglienza tramite il sistema dei Cas (centri di accoglienza straordinaria,ndr). La pensa così anche Paola Pastorino, vicepresidente della IV municipalità: «Aver concentrato qui un numero elevatissimo di immigrati con un sistema cas altro non è stato che creare un deposito umano”. La richiesta della municipalità è di sostiutire i Cas con gli Sprar (sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati, ndr) e potenziare i controlli da parte di Polizia di Stato e Carabinieri. «Certo la Polizia Municipale non può ottemperare a tutto. Serve una rete di collaborazione con le realtà di immigrati che sono già inseriti nel tessuto come la comunità senegalese - ha evidenziato la Pastorino - Il quartiere accetta la presenza nella misura in cui la presenza è interconnetiva: questa gironata dimostra che loro hanno il desiderio di essere accettati e dare un contributo perché sentono la città anche propria. Purtroppo abbiamo le due facce: quella di stamattina e quella della rissa, dello schiamazzo e della prostituzione che attiene a un problema sociale di forte natura. Loro dimostrano di amare il quartiere. Spero che la prossima possano coinvolgere più cittadini”.
Di napoletani a rimboccarsi le maniche, infatti, ce ne erano ben pochi. E qualcuno dietro al bancone del bar non nasconde il disappunto. «Dobbiamo vedere quando non ci sono le telecamere - dice il gestore dell'attività - Questi ragazzi la sera vendono droga, si ubriacano e fanno rapine. I commercianti non stanno più bene. Qui i negozi chiudono».
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Settembre 2018, 17:43
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