Baraccopoli San Ferdinando, migrante muore tra le fiamme. Salvini: «La sgomberemo»

Baraccopoli San Ferdinando, migrante muore tra le fiamme. Salvini: «La sgomberemo»
Un incendio è divampato la notte scorsa nella baraccopoli di San Ferdinando ed ha provocato una vittima. Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco che hanno allestito una postazione fissa sul posto. 

Si chiamava Moussa Ba, di 29 anni, del Senegal, il migrante rimasto ucciso nell'incendio divampato la notte scorsa nella baraccopoli di San Ferdinando. L'identificazione è avvenuta in mattinata dopo che nel corso della notte, gli stessi migranti avevano indicato la vittima come Aldo Diallo. L'equivoco è nato perché Diallo mancava all'appello. In mattinata, poi, l'uomo è stato rintracciato e gli investigatori della Polizia di Stato hanno identificato Ba come la vittima dell'incendio.

L'uomo viveva in una piccola roulotte all'interno del campo. Le fiamme sono divampate in una baracca ad una quindicina di metri da dove si trovava, ma si sono rapidamente propagate a causa del materiale usato per costruire le baracche, legno, plastica e cartoni. Ba è stato colto nel sonno e non ha avuto scampo.

Una quindicina le baracchie distrutte nell'incendio. Sono in corso le indagini per accertare la dinamica di quello che è avvenuto. I quindici migranti rimasti senza un tetto sono stati ricoverati presso la nuova tendopoli gestita dal Comune di San Ferdinando, e grazie all'intervento immediato dei vigili del fuoco, il cui presidio è all'esterno del campo, e delle forze dell'ordine, è stato possibile contenere ulteriori, gravi effetti.

C'è tensione tra i migranti che vivono nella baraccopoli. Da tempo chiedono soluzioni abitative alternative che superino l'emergenza della baraccopoli. Nel campo, stamani, c'è chi è pronto a dare vita ad un corteo di protesta fino a San Ferdinando. Al momento comunque, non si sono registrati problemi.

MIGRANTI TRASFERITI Un piano per trasferire, nel breve periodo e previe le necessarie verifiche di legge, i migranti che vivono nella baraccopoli di San Ferdinando è stato approntato nel corso della riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari. Questo nelle more dell'attuazione di forme di accoglienza diffusa per le quali la Regione ha manifestato disponibilità a contribuire con strumenti che incentivino le locazioni.

SALVINI: LA SGOMBEREMO «Sgombereremo la baraccopoli di San Ferdinando.
L'avevamo promesso e lo faremo, illegalità e degrado provocano tragedie come quella di poche ore fa (un incendio con una vittima). Per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto (otto!), tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas, hanno preferito rimanere nella baraccopoli. Basta abusi e illegalità». Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini


I PRECEDENTI
Con l'uomo morto la notte scorsa, salgono a tre le vittime di incendi nella baraccopoli di San Ferdinando registrate in un anno.
Il 27 gennaio 2018 perse la vita una 26enne nigeriana, Becky Moses. In quel caso l'incendio fu doloso. Pochi mesi dopo la polizia ha fermato una donna ritenuta la mandante del rogo, fatto appiccare per gelosia.
Il 2 dicembre 2018, morì Surawa Jaith, del Gambia, che avrebbe compiuto 18 anni pochi giorni dopo.
In precedenza, nella baraccopoli dove nel periodo invernale vivono anche migliaia di migranti impegnati nei lavori di raccolta degli agrumi nei campi della piana di Gioia Tauro, si erano verificati altri incendi che non avevano causate vittime solo per puro caso.
 
 

Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Febbraio 2019, 12:09
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