Messina Denaro, trovato il secondo covo-bunker. Indagato anche un oncologo. Meloni: «Sminuire infanga memoria»

Oltre all'appartamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, scoperto ieri, il capomafia avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker all'interno di un'altra abitazione nella stessa area

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I magistrati della Procura di Palermo e i carabinieri del Ros avrebbero individuato un secondo covo utilizzato da Matteo Messina Denaro. Il boss avrebbe fatto costruire un bunker all'interno di un appartamento che si trova a soli trecento metri di distanza da quello di vicolo San Vito a Campobello di MazaraNon è ancora chiaro se si tratti del luogo in cui il capomafia nasconde il suo tesoro: documenti riservati, pizzini, soldi che i magistrati cercano. Lo scopriranno i carabinieri dopo la perquisizione.

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Indagato un secondo medico, l'oncologo Filippo Zerilli

 

L'oncologo trapanese Filippo Zerilli è indagato nell'inchiesta sulla rete dei favoreggiatori del boss Matteo Messina Denaro. Avrebbe eseguito l'esame del dna necessario alle cure chemioterapiche a cui il padrino di Castlelvetrano doveva sottoporsi. Il paziente si era presentato al medico con i documenti di Andrea Bonafede, il geometra che gli avrebbe prestato l'identità e che, come Zerilli, è finito ora sotto inchiesta. Lo studio del medico sarebbe stato perquisito dai carabinieri che devono accertare se Zerilli fosse a conoscenza delle generalità del paziente. Nella lista dei possibili fiancheggiatori era finito anche un altro dottore: Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara che aveva in cura sia il boss, alias Andrea Bonafede, sia il vero Bonafede.

Stanza blindata con accesso dal fondo scorrevole di un armadio

Una stanza blindata a cui si accede dal fondo scorrevole di un armadio: è il secondo covo del boss Matteo Messina Denaro scoperto dai carabinieri e dal Gico della Finanza in una casa al primo piano di una palazzina di via Maggiore Toselli 34, a Campobello di Mazara. L'abitazione è di Errico Risalvato, 70 anni, assolto nel 2001 dall'accusa di mafia, ritenuto vicino al capomafia di Castelvetrano. È stato il proprietario dell'abitazione a dare agli investigatori la chiave della stanza blindata occultata dal fondo di un armadio pieno di vestiti. Non è noto cosa sia stato trovato nel corso della perquisizione del bunker alla quale ha partecipato il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido. 

Domani l'udienza sulle stragi

È prevista per domani l'udienza del processo a Messina Denaro che si celebra a Caltanissetta. L'ipotesi è che venga rinviata. Messina Denaro ha nominato ieri l'avvocato di fiducia, ossia la nipote Lorenza Guttadauro. Finora il processo, che si è concluso in primo grado con la condanna all'ergastolo, si è svolto in assenza dell'imputato accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via d'Amelio. Il procedimento, approdato in Corte d'Assise d'Appello è ormai alle battute finali.

Dopo il procuratore Antonino Patti, che ha concluso la sua requisitoria, hanno parlato le parti civili mentre nell'udienza fissata per domani alle 9.30 all'aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta era prevista la discussione da parte della difesa.

Fino a stamattina però i due avvocati d'ufficio Giovanni Pace e Salvatore Baglio non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione in merito alla nomina del difensore di fiducia e non si ha ancora notizia dell'eventuale volontà di Messina Denaro di partecipare all'udienza, collegandosi in video conferenza dal carcere de L'Aquila.

 

Meloni: sminuire infanga memoria

«Il suo nome era Filippo Salvi ed è il Maresciallo dei Carabinieri al quale i colleghi hanno dedicato l'arresto del boss Messina Denaro. Filippo aveva 36 anni ed era molto legato al suo lavoro, quando - nel 2007 - morì durante un'indagine proprio per cercare di arrivare al boss. Quando si tenta di sminuire il lavoro dei tanti uomini e donne che ogni giorno, con coraggio e spirito di abnegazione, dedicano la loro vita alla lotta alla criminalità organizzata, si infanga anche la memoria di eroi silenziosi come Filippo». Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni, pubblicando la foto del carabiniere Filippo Salvi.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Gennaio 2023, 13:14
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