Messina Denaro, l'intercettazione choc contro Falcone: «Commemorazioni di sta m***, mi bloccano nel traffico»

Negli audio inviati all'amante il boss si lamenta per il ritardo dovuto al traffico, e parla del tumore: "Io abbandonato, come un randagio con una gamba spezzata"

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Nelle intercettazioni di Matteo Messina Denaro con la sua amante, spuntano parole choc nei confronti dei grandi nemici di Cosa Nostra, i magistrati, e non potrebbe essere altrimenti. Ma ciò che emerge da un audio del 23 maggio del 2022, il giorno di commemorazione delle stragi a Palermo, i trent'anni esatti dalla strage di Capaci in cui morì Giovanni Falcone, è quanto meno macabro. 

«Io sono qua, bloccato, con le 4 gomme a terra. Cioè non nel senso di bucate, ma bloccate perché sono sull’asfalto e non mi posso muovere. Per le commemorazioni di sta minchia. Porco mondo», diceva il boss in un audio mandato per giustificare il suo ritardo. La commemorazione per Falcone vista dunque come un intralcio al traffico: questa è la mafia oggi.

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Messina Denaro, gli audio all'amante

Il Corriere della Sera ha divulgato oggi l'audio, che sarà integralmente trasmesso nel programma di La7 di Massimo Giletti Non è l'Arena. «Anna, la ragazza (badante, ndr) che sta insieme a mia madre, ieri sera mi ha cercato. Ha trovato un foglio scritto di mia madre di suo pugno. Mia madre non c’è più con la testa, ma scriveva un sacco di cose. Cose sensate, a volte». 

E ancora: "
Si rivolge a me dicendomi che quando sarà morta al suo funerale vuole la banda musicale - prosegue -. E deve suonare sempre un unico motivo: la Radetzky March. Ma chi lo dice che io muoio dopo di lei? Lei non lo sa ma io lo so. Siccome però lei vuole questa cosa, io la farò, perché le volontà delle persone si mantengono. Mia madre era così, un tipo estroso, io ho preso un po’ da lei».

«Cara, nella mia vita ho avuto momenti terribili, anche se non si vede. E non parlo del tumore. E quindi so per esperienza che quando si sta male come stai male tu ora, non si deve parlare: perché so che tu non vuoi sentire.

Ma pur volendo tacere, per rispettare questo tuo momento, una cosa te la voglio dire: e parlo solo perché ho già vissuto questo tuo momento. Io ho subito un intervento pesante, cinque ore e 40 minuti. Speravo fosse tutto finito, e invece mi hanno dovuto operare di nuovo. Altre sei ore e 30 minuti. Poi la chemio. Che voglio dire? Che dopo tutto questo sono qua. Ci sono ancora. Il tuo percorso è simile al mio. Dobbiamo soffrire ma ce la farai. Scusami, ma io non voglio tue risposte... quando ti sentirai io ci sarò».

 

Le fragilità del boss

E ci sono momenti in cui le confida la sua fragilità: «Mi sento abbandonato. Come un randagino con una gamba spezzata in mezzo a una pozzanghera durante questa notte di Natale. Tutto questo per me è lo squallido (come definisce l’ospedale, ndr), avrei bisogno di affetto. Ma è giusto elemosinare affetto?». Messina Denaro si apre con lei perché la sente affine: «Lo so che hai le palle, so riconoscere i miei simili, di te l’ho capito in un nanosecondo. E non ci conoscevamo ancora. Ti udivo, ti guardavo, ascoltavo, comprendevo chi eri sentendoti parlare con gli altri. Subito pensai: questo è un tipo».

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Febbraio 2023, 12:19
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