Meloni a Cutro: «Cercheremo gli scafisti ovunque nel Mondo. In Italia non conviene entrare in modo illegale»

Meloni a Cutro: «Cercheremo gli scafisti ovunque nel Mondo. In Italia non conviene entrare in modo illegale»

di Alessandra Severini

Sfidando critiche e polemiche il Consiglio dei ministri si è riunito a Cutro, luogo divenuto tristemente famoso per il naufragio del barcone di migranti che ha provocato 72 morti accertate. È lì che l’esecutivo ha approvato il nuovo decreto legge sui flussi regolari di migranti e il contrasto all’immigrazione irregolare. «Il modo migliore per onorare le vittime è fare il possibile perché queste tragedie non si ripetano» ha detto la premier. Il messaggio che il governo vuole far passare è che «non conviene entrare in Italia illegalmente».

«La nostra linea non cambia – ha detto Meloni, smentendo divisioni nella maggioranza – siamo determinati a sconfiggere la tratta di essere umani e per questo colpiremo i trafficanti ovunque essi siano, non solo sulle barche». Ecco allora il decreto flussi e le pene più severe per i trafficanti, procedure più snelle per il rilascio del permesso di soggiorno e più veloci per le espulsioni. «Solidarietà – sottolinea la premier – per me non è far entrare chiunque arrivi e poi tenerlo ai semafori per pulire i vetri. Per me solidarietà è dare le stesse possibilità dei cittadini italiani». E sull’Europa: «Abbiamo bisogno di risposte europee, l’Italia non può affrontare da sola il problema. Chiediamo che già dal prossimo Consiglio europeo arrivino passi concreti».

La premier ha scacciato con veemenza le accuse al governo di «essersi girato dall’altra parte» davanti al naufragio. In Calabria ci sono stati applausi, ma anche qualche contestazione. Nella notte sono comparse scritte contro il ministro dell’Interno, mentre al passaggio delle auto dei ministri alcuni manifestanti hanno esposto cartelli con la scritta Not in my name e lanciato diversi pupazzi di pelouche.

Ecco in dettagli i provvedimenti contenuti nel decreto.

DECRETO FLUSSI

Il decreto flussi diventa triennale. Per il triennio 2023-2025, le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato verranno fissate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Quote preferenziali saranno assegnate ai lavoratori di Paesi che promuovono campagne mediatiche sui rischi derivanti dall'inserimento in traffici migratori irregolari. I criteri generali per la definizione dei flussi di ingresso dovranno tenere conto dell’analisi del fabbisogno del mercato del lavoro effettuata dal Ministero del lavoro insieme alle associazioni di categoria.

TRAFFICANTI

Uno dei punti cardine del decreto è usare il pugno duro con i trafficanti di esseri umani con un inasprimento delle pene già previste dal Testo Unico del '98. Aumentano le pene per il traffico di migranti (reclusione fino a 16 anni) e viene introdotto un nuovo reato nel caso in cui il traffico di vite umane abbia come conseguenza non voluta la morte o le lesioni gravissime: in questo caso la pena è fino a 30 anni di reclusione. Il reato verrà perseguito anche se avvenuto fuori dai confini del territorio nazionale. Il Guardasigilli Nordio ha parlato di «un allargamento della giurisdizione penale dello Stato italiano».

SORVEGLIANZA MARE

E' saltata la norma comparsa nelle prime bozze del decreto migranti che puntava a rafforzare la sorveglianza marittima, con un ruolo di primo piano della marina militare.

La misura era stata proposta e discussa durante il preconsiglio ma il Cdm ha deciso di cassarla. In molti avevano visto nella norma il tentativo della presidente Meloni di ridurre i poteri dei ministri Salvini e Piantedosi, dopo le polemiche legate alla strage di Cutro. Probabilmente proprio per evitare nuove polemiche e smentire contrasti nella maggioranza la norma è stata cancellata.

CENTRI DI ACCOGLIENZA

Previsto il potenziamento dei centri e la costruzione di nuovi anche in deroga (almeno fino al 31 dicembre 2025) ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia. Sanzioni più severe per i gestori dei centri che non rispettano gli obblighi previsti. Nei casi di grave inadempimento e gestione opaca dei centri sarà possibile affidare la gestione a uno più commissari straordinari per garantire comunque la continuità del servizio.

CORSI FORMAZIONE

Anche chi non rientra nei decreti flussi potrà entrare e soggiornare in Italia per lavoro subordinato se ha concluso in patria un corso di formazione professionale e civico-linguistica organizzato sulla base dei fabbisogni manifestati dal Ministero del Lavoro. La domanda di visto d’ingresso va presentata entro sei mesi dalla conclusione del corso insieme alla dichiarazione del datore di lavoro che si dice disponibile ad assumere. La questura controllerà la non sussistenza di elementi ostativi.

ESPULSIONI

Semplificate le procedure di espulsione. Nel caso di espulsione decisa dall’autorità giudiziaria viene semplificato l’iter che prevede la necessità di un provvedimento amministrativo da parte del questore e poi un’altra pronuncia del giudice. Ridotti anche i termini per la presentazione dei ricorsi sul riconoscimento della protezione internazionale. Previsto poi un aumento dei Centri per le espulsioni: l’obiettivo è averne uno in ogni regione.

NULLA OSTA

Sono previste misure per semplificare e accelerare le procedure di rilascio del nulla osta al lavoro. Viene estesa la durata del primo rinnovo del permesso di soggiorno: da due anni a tre mentre il primo permesso ha una durata di due anni. Dopo i 5 anni il migrante può chiedere il permesso di lungo soggiornate. Nel caso le verifiche previste accertino la presenza di elementi ostativi il nulla osta così come il permesso di soggiorno potranno essere revocati.

PROTEZIONE SPECIALE

Il governo giallo-verde nel 2018 aveva abolito la protezione umanitaria e previsto quella speciale che veniva concessa in casi molto ristretti, come una calamità naturale nel paese di origine o una malattia. Via via le maglie si erano allargate e nel 2022 oltre 10mila persone ne hanno beneficiato. Tra le tre tipologie di protezione (le altre sono quella umanitaria e quella sussidiaria) è quella più diffusa. Con il nuovo decreto si torna a stringere i casi in cui può essere concessa.

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Marzo 2023, 06:00
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