Mattia Luconi, vittima a 8 anni nell'alluvione. La disperazione del papà: «Non si può morire per una pioggia»

Mattia Luconi, vittima a 8 anni nell'alluvione. La disperazione del papà: «Non si può morire per una pioggia»

Disperazione e rabbia nelle parole del padre del piccolo Mattia, morto nell'alluvione nelle Marche. «Presenteremo un esposto in Procura: perché non è possibile nel 2022 morire per una pioggia. Non voglio che succeda mai più, non voglio che altri Mattia vengano sacrificati in questo modo...». Lo ha detto al Corriere della Sera, Tiziano Luconi, padre di Mattia, 8 anni, travolto dall'alluvione del Nevola nelle Marche la sera del 15 settembre e trovato morto otto giorni dopo in un campo a Trecastelli (Ancona) a 13 km di distanza dal punto in cui, insieme alla madre Silvia, che si è invece salvata, erano usciti da un finestrino dell'auto, trascinata dal fiume, che si stava riempiendo d'acqua.

 

CONTINUANO LE RICERCHE DI BRUNELLA CHIU'

Dopo il ritrovamento del corpo del piccolo Mattia Luconi, 8 anni, ieri in un campo a 150 metri del fiume Nevola a Trecastelli (Ancona), le ricerche vanno avanti, per il nono giorno consecutivo, per recuperare Brunella Chiù, 56 anni, l'ultima persona dispersa a seguito dell'alluvione del 15 settembre. Intanto, pur nella disperazione per la perdita del figlio, il papà Tiziano vorrebbe realizzare una fattoria didattica a lui dedicata, con gli animali che tanto piacevano al bambino. «Torneremo a girare in vespa e a tirar baci, Mattia saluta tutti, Vi vogliamo bene», ha scritto su Facebook. Ieri sera l'uomo aveva fatto un appello sui social ad accendere candele alle finestre «per scaldare Mattia e difenderlo dal buio», cosa che molti a Barbara hanno fatto. Per il riconoscimento ufficiale del bimbo sono in corso gli accertamenti in ospedale di Senigallia con l'ispezione cadaverica.

Le esondazioni dei fiumi nel Pesarese e nel Senigalliese (Ancona) hanno seminato devastazione, terrore e 12 morti accertati. Una ferita che ha lacerato il territorio e gli animi delle persone. «Faremo il possibile per cercare l'ultima dispersa», ha assicurato il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Ancona, Pierpaolo Patrizietti con i soccorritori che battono a terra e nei fiumi la zona tra Corinaldo e Senigallia.

Ma nelle province di Ancona e Pesaro Urbino è scattata anche una nuova allerta gialla, fino domani, per criticità idrogeologica, idraulica, temporali, vento forte, grandinate.

MALTEMPO: ANCORA ALLERTA NELLE MARCHE

Il Comune di Senigallia ha invitato i cittadini a mantenere «vigile allerta», ai residenti in zona rossa di «evitare locali seminterrati e piano strada, trascorrere la notte tra sabato e domenica ai piani alti, muovendosi solo per effettive e improrogabili necessità». In questo contesto i soccorritori non si fermano nelle ricerche ma l'impegno dei volontari, a volte, non viene riconosciuto e compreso: in centro a Senigallia, nei pressi di un posto di blocco a protezione di lavori di ripristino dal fango in via Marche, un automobilista di 74 anni ha volontariamente tirato dritto contro una transenna, perché non accettava lo stop, investendo un 41enne volontario Vab Toscana (vigilanza antincendi boschivi) e poi scappando. Il ferito è stato trasportato in ospedale a Senigallia: ha riportato fortunatamente solo contusioni alla gamba sinistra.

L'investitore, poco dopo, spontaneamente si è recato dai carabinieri per costituirsi; procede però la Polizia stradale di Ancona che ha denunciato il 74enne per fuga e omissione di soccorso. «Chi opera per il bene comune - ha scritto in un tweet la Protezione civile - non può essere un bersaglio. Massima solidarietà al volontario della Vab, intenzionalmente investito da un automobilista. E a tutti gli operatori impegnati nell'assistenza alla popolazione va la nostra riconoscenza». Vicinanza anche dal presidente della Toscana Eugenio Giani.

«Qualche volta questo è il ringraziamento per quello che facciano», il commento amaro di un altro volontario della Vab. Un brutto episodio che non ferma la catena dei soccorsi. I sub sono tornati nei fiumi, con due squadre, sia nel Nevola a Corinaldo, sia a Senigallia quasi alla foce del Misa. Le squadre di terra battono gli argini anche con l'aiuto di droni, cinofili e sorvolo aereo. Per gli eventi del 15 settembre la Protezione civile regionale parla di un evento atmosferico «che ha una probabilità di accadimento una volta oltre 1.000 anni». Superati «record storici di precipitazione di tutta la serie registrata dal 1929». Gli idrometri di monitoraggio di Misa e Nevola, tranne a Bettolelle, «danneggiati o spazzati via» dalla piena: «in un'ora, tra le 20:30 e 21:30 si è passati da una situazione di pochi centimetri di acqua in alveo, all'assenza del dato».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Settembre 2022, 14:04
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