Mattia Lucarelli e le accuse di stupro, revocati i domiciliari. E lui si sfoga sui social: «Su di me troppe bugie»

Il calciatore si scaglia contro la stampa toscana (e non solo) che avrebbe riportato solo una minima parte del verbale redatto dagli inquirenti

Mattia Lucarelli e le accuse di stupro, revocati i domiciliari. E lui si sfoga sui social: «Su di me troppe bugie»

di Niccolò Dainelli

Mattia Lucarelli rompe il silenzio. Il figlio di Cristiano Lucarelli, dopo aver ricevuto la revoca degli arresti domiciliari, ha deciso di tornare sui social network con un duro sfogo. A distanza di due giorni dalla decisione presa dai giudici del Tribunale del Riesame di Milano, ha deciso di scrivere la sua versione dei fatti, scagliandosi contro quelle che, a suo dire, sarebbero vere e proprie bugie.

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L'accusa

 

Mattia Lucarelli, calciatore classe 1999 e figlio dell'allenatore della Ternana, Cristiano, è accusato (insieme al compagno di squadra Federico Apolloni) di violenza sessuale ai danni di una studentessa americana di 23 anni. Un presunto stupro di gruppo, in cui sono coinvolti altri 3 indagati, che secondo gli inquirenti sarebbe avvenuto a Milano nella notte fra il 26 e il 27 marzo del 2022, dopo una serata in discoteca. I due calciatori sono finiti ai domiciliari lo scorso gennaio, ma la misura cautelare è stata revocata. Una misura che è stata, invece, sostituita con l'obbligo di dimora a Livorno, con la prescrizione di non uscire di casa dalle 20:00 alle 8:00. 

La decisione

Una decisione, quella dei giudici, che hanno sottolineato: nonostante i ragazzi si sarebbero «mostrati del tutto indifferenti rispetto alle evidenti condizioni di alterazione della ragazza, privi di qualunque empatia, e che l'avrebbero ridicolizzata e fatta oggetto di volgarità e frasi violente in una lingua a lei non nota». Frasi che la stampa toscana (ma non solo) avrebbe riportato, facendo infuriare il calciatore. Nel suo sfogo su Instagram, infatti, Lucarelli spiega che quelle sono frasi estrapolate da un verbale lungo 50 pagine.

Una minima parte che, secondo Lucarelli, altererebbe la verità.

Dal post su Instagram

Lo sfogo social

«Rompo il silenzio che mi ero imposto perché di bugie ne ho lette e sentite troppe: una serie di assurdità che non riesco a spiegarmi. Leggo che io e i miei amici ci saremmo giocati a sasso, forbice e carta il “diritto di precedenza” sulla ragazza: circostanza del tutto inventata e mai neppure denunciata dalla ragazza», spiega Mattia Lucarelli sul suo profilo social, sfogliando il verbale. «Leggo che avremmo “ridicolizzato” la ragazza perché dicevamo frasi volgari in una lingua che lei non capiva. Un comportamento senz’altro da stupidi, ma qual è il reato? Si ipotizza che forse il consenso della ragazza c’era, era stato esplicitato ma siccome dal terzo interrogatorio in poi (non nei primi due) aveva bevuto il consenso non vale. Mi piacerebbe poter parlare liberamente, poter discutere di quello che è veramente successo quella sera e anche nei giorni successivi, ma le indagini sono ancora in corso. E vanno rispettate anche quando costa fatica stare zitti».


Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Marzo 2023, 20:20
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