Matteo Salvini al citofono a Bologna: il pm chiede l'archiviazione. Ma la famiglia si oppone

Matteo Salvini al citofono a Bologna: il pm chiede l'archiviazione. Ma la famiglia si oppone

Ricordate Matteo Salvini al citofono alla periferia di Bologna, e quel video in cui chiedeva se in quel palazzo abitassero degli spacciatori? L'ex ministro dell'Interno era stato indagato - un atto dovuto - al termine delle indagini dopo che la famiglia che abitava nel palazzo, nel quartiere Pilastro, lo aveva querelato per diffamazione. Il pm Flavio Lazzarini ha chiesto però di archiviare il fascicolo, una richiesta contro cui si è opposta però la famiglia, riferisce la stampa locale bolognese.

La 'citofonata' andò in scena il 21 gennaio del 2020 a pochi giorni dalle elezioni regionali: i genitori del ragazzino che rispose al citofono, all'epoca minorenne, presentarono querela per diffamazione e dopo che l'ex ministro dell'Interno è finito indagato, un atto dovuto, al termine delle indagini il pm ha chiesto di archiviare il fascicolo.

Contro questa scelta ha presentato opposizione il legale della famiglia, l'avvocato Filomena Chiarelli. L'udienza non è ancora stata fissata. 

Nel gennaio di quest'anno i genitori del ragazzino che rispose al citofono all'ex ministro sono stati arrestati perché trovati in possesso di hashish e marijuana, oltre a soldi falsi e proiettili. Accuse che gli sono costate una condanna a 2 anni di reclusione, con sospensione condizionale della pena, al termine del processo di primo grado, che si è svolto in abbreviato. Sulla vicenda pende anche una causa civile intentata dall'avvocata Cathy La Torre, che assiste il figlio della coppia, nel frattempo diventato maggiorenne. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Marzo 2021, 14:18
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