Messina Denaro, carcere duro per il boss. Perquisito il covo: «Abitava lì da sei mesi, è del vero Andrea Bonafede»

La perquisizione è durata tutta la notte da parte del Ros e dalla Procura di Palermo

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Il covo del boss Matteo Messina Denaro è stato individuato e perquisito durante la scorsa notte. Il luogo in cui il superboss mafioso, identificato e catturato ieri alla clinica Maddalena di Palermo - dove era in cura da un anno per un tumore - era a Campobello di Mazara, nel trapanese, paese del suo favoreggiatore Giovanni Luppino, finito in manette ieri insieme a lui. Il covo era in centro, in vicolo San Vito (ex via Cv31).

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Già poche ore dopo l'arresto la Procura di Palermo ha chiesto l'applicazione del regime di carcere duro per il capomafia di Castelvetrano Messina Denaro. L'istanza è stata inviata al ministero della Giustizia. Il provvedimento dei pm porta la firma del procuratore Maurizio de Lucia e dell'aggiunto Paolo Guido. Il boss ha nominato come sua legale la nipote Lorenza Guttadauro, nipote anche del capomafia palermitano Giuseppe Guttadauro.

Messina Denaro, perquisito il covo

Il nascondiglio, secondo quanto si apprende, è nel centro abitato. Le ricerche sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido. La perquisizione è durata tutta la notte da parte del Ros e dalla Procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia. Alla perquisizione ha partecipato personalmente il procuratore aggiunto Paolo Guido che da anni indaga sull'ex latitante di Cosa nostra. L'edificio è stato setacciato palmo a palmo. 

Nel covo del boss i Carabinieri del Ros hanno trovato molti abiti di lusso, firmati, diversi profumi, anche questi di lusso, e un arredamento definito «ricercato». Il covo è di proprietà di Andrea Bonafede, lo stesso titolare della carta d'identità falsa utilizzata dal super latitante, ha confermato all'ANSA il colonnello Fabio Bottino, comandante provinciale dei carabinieri di Trapani. L'ufficiale non ha invece voluto confermare se Bonafede, che ieri era stato interrogato in caserma, sia indagato.

Abitava in quel covo da sei mesi

«Matteo Messina Denaro abitava qui da almeno sei mesi. Un appartamento, ben ristrutturato, che testimonia che le condizioni economiche del latitante erano buone. Arredamento ricercato, di un certo tenore, non di lusso ma di apprezzabile livello economico». Così il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani Fabio Bottino, dopo l'ispezione nel covo dove si nascondeva Matteo Messina Denaro. «Perquisizioni e accertamenti sono in corso. Stiamo rilevando la presenza di tracce biologiche, di eventuali nascondigli o intercapedini dove può essere stata nascosta della documentazione.

Un lavoro per il quale occorreranno giorni».

 

Ipotesi carcere a L'Aquila

Il boss è sbarcato ieri sera con un volo militare all'aeroporto di Pescara. L'ipotesi più accreditata, come anticipato da Repubblica e il Centro, è che il boss venga detenuto nel carcere dell'Aquila poichè è una struttura di massima sicurezza, ha già ospitato personaggi di spicco ed anche perchè nell'ospedale del capoluogo c'è un buon centro oncologico. Non è escluso che il boss sia stato trattenuto altrove per la notte, o in una caserma o nei vari penitenziari della zona. Secondo quanto si è appreso, autorità ed istituzioni sarebbero state allertate.

Il supercarcere aquilano accoglie reclusi in regime di 41 bis, il «carcere duro» .All'Aquila sono stati ospitati detenuti «eccellenti» condannati per reati di mafia, come Leoluca Bagarella - sta scontando l'ergastolo per strage -, Raffaele Cutolo della nuova camorra organizzata, Francesco Schiavone detto Sandokan (esponente dei Casalesi), esponenti del clan siciliano dei Madonia e, in ultimo, Felice Maniero della cosiddetta Mala del Brenta, detto «faccia d'angelo», all'Aquila in regime di semilibertà. All'Aquila ha fatto tappa in alcune occasioni anche Totò Riina. 

Indagato il medico del vero Andrea Bonafede

Alfonso Tumbarello, 70 anni, il medico che aveva in cura Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, è indagato nell'ambito dell'arresto del super latitante. Tumbarello è di Campobello di Mazara ed è stato per decenni medico di base in paese, sino a dicembre scorso, quando è andato in pensione. Tumbarello sino a qualche mese fa è stato medico del vero Andrea Bonafede, 59 anni, residente a Campobello di Mazara e avrebbe prescritto le ricette mediche a nome dell'asistito. Ieri i carabinieri hanno perquisito le abitazioni di Campobello, di Tre Fontane e l'ex studio del medico che è stato anche interrogato. 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Gennaio 2023, 14:13
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