Matrimoni bloccati, la rivolta delle promesse "spose eroine": «Vogliamo sposarci, Conte ci aiuti»
di Emiliana Costa
«Vogliamo sposarci il 18 agosto di quest’anno - spiega -. Le nostre famiglie hanno investito molti soldi e c’è dietro un progetto di vita». La giovane, allora, scandaglia la Rete alla ricerca di altre “spose disperate” come lei. L’obiettivo è quello di chiedere al governo un protocollo chiaro per quanto riguarda i ricevimenti. Che permetta agli sposi e agli invitati di festeggiare in sicurezza “ma – aggiunge – senza mascherina. Perché a un matrimonio siamo tutti congiunti”.
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Il gruppo Le spose eroine 2020, nato due settimane fa, oggi conta oltre 1200 fidanzate da tutta Italia, con tanto di pagine Facebook, Instagram e gruppi Whatsapp.
Le richieste delle future spose si scontrano con i divieti di assembramento in vigore per l’emergenza covid. Ma le agguerrite “bride to be” hanno perfino “invaso” le dirette social del premier Conte e di alcuni presidenti di Regione per far sentire la loro voce.
«In tv – dice Emanuela – si parla solo di coloro che hanno rimandato le nozze al 2021. Ma il 52 per cento delle coppie ha deciso, come noi, di non slittare. Chiediamo che ci venga permesso di organizzare un ricevimento in sicurezza, ma che sia una festa e non un funerale. Al momento non è possibile mettere musica e il papà non può neanche accompagnare la sposa all’altare».
Poi la questione mascherine: «Serve buon senso. Si possono organizzare tavoli per nuclei familiari, evitare baci e trenini. Abbiamo proposto anche il test sierologico per tutti i partecipanti. Ma la mascherina rovinerebbe il giorno più bello». Le “spose eroine” hanno lanciato un video-appello che ha fatto il giro del web. «Contribuiremo – conclude – a far ripartire il settore degli eventi, duramente compromesso dalla pandemia». La parola adesso al Governo e alle Regioni.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Maggio 2020, 08:49
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