Neofascista pestato, "il figlio di Ursino frequenta i centri sociali": lui nega, i due scarcerati esultano

Neofascista pestato, "il figlio di Ursino frequenta i centri sociali": lui nega, i due scarcerati esultano
Il figlio di Massimo Ursino frequenta i centri sociali? La segnalazione è arrivata da un centro sociale palermitano, Anomalia, che ha pubblicato due foto che "proverebbero" la loro tesi. «A seguito di diverse segnalazioni avvenute in questi giorni riguardo l'esistenza di alcune foto circolanti sui social network», il centro sociale «rende nota la frequentazione dello spazio e dei suoi militanti da parte di Erik Ursino, primogenito dell'idea di Forza Nuova a Palermo».

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«Le foto lo ritraggono prima in posa accanto a Carlo Mancuso ad una iniziativa al centro sociale e poi fra i partecipanti ad un corteo studentesco cittadino», dicono dal centro sociale. «Lo abbiamo accettato e accolto fra noi nonostante sapessimo chi fosse suo padre semplicemente perché pensiamo che ognuno sia responsabile delle proprie azioni. Ciò che è unicamente importante è la condivisione delle idee. Se vuole essere dei nostri è, e continuerà ad essere, ben accetto», si legge in una nota.

«Le immagini testimoniano come la stabilità della famiglia tradizionale, tanto decantata dal partito Forza Nuova, sia qui evidentemente minata dal conflitto generazionale, senza tener conto, peraltro, che lo stesso concetto di famiglia tradizionale vede delle crepe nella casa del segretario provinciale forzanovista essendo Erik figlio della prima moglie di Massimiliano Ursino da cui egli si è poi separato», dicono ancora.

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LUI SMENTISCE: MAI MILITATO IN CENTRI SOCIALI «Io non ho mai militato in nessun centro sociale né ho mai frequentato questo luogo politico sedicente 'pacifistà. Come ho sempre spiegato non mi occupo di politica bensì di musica e anni addietro ho colto la possibilità, per due volte, di esibirmi anche nei loro centri». A dirlo è Erik Ursino, figlio di Massimo. Nelle ultime ore, infatti, sono circolate delle foto che lo ritraggono accanto a Carlo Mancuso, uno dei due fermati per il pestaggio del padre, e tra i partecipanti a un corteo studentesco cittadino. «Le foto - spiega adesso - mi ritraggono in piazza durante una manifestazione studentesca apolitica, risalente ai miei primi anni di liceo, e un'altra all'interno del centro sociale durante uno degli eventi sopra citati con i membri del mio gruppo musicale e gli organizzatori dell'evento».

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«Detto questo, come ho già ribadito, io non sono mai stato schierato politicamente e ciò conferma che la militanza tanto acclamata da Anomalia non è altro che il tentativo disonorevole (anche questo) di tirarmi in mezzo a una questione che non può che vedere un figlio accanto al padre, così come gli sono stato vicino in ospedale e durante la conferenza stampa a piazza Crispi. Spero vivamente che i genitori di chi frequenta questo centro sociale - conclude Ursino junior - siano ideologicamente in linea con loro o rischiano evidentemente lo stesso trattamento che è stato riservato a mio padre». 
 

UNO DEI FERMATI: "ECCOCI DI NUOVO QUA" «Ed eccoci di nuovo qua, alla faccia di chi ci vuole male!». Così, su Facebook, Gianmarco Codraro, uno dei due giovani militanti dei centri sociali arrestati per il pestaggio al leader di Forza Nuova Massimo Ursino e scarcerati sabato. Codraro ha potuto lasciare il carcere dopo la decisione del gip di Palermo Roberto Riggio che, accogliendo la richiesta del legale Giorgio Bisagna, ha derubricato il reato da tentato omicidio a lesioni gravi.
 

«Non posso fare altro che mandare un abbraccio ed un ringraziamento a tutte le mie compagne e i miei compagni, all'avvocato Giorgio Bisagna, a chi in vario modo ci ha sostenuto e a chi ha espresso solidarietà e vicinanza - scrive ancora Codraro - E, infine, un ringraziamento alle migliaia di antifascisti che ieri hanno riempito le strade di Palermo. Quello che si doveva dimostrare, ancora una volta, si è dimostrato. Non ci ferma nessuno. Avanti Antifa». 
 

Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Febbraio 2018, 17:19
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