Massimo, 18 anni, morto nello schianto: viaggiava senza cinture
di Valeria Lipparini
Per Massimo Pizzol, invece, non c'è stato nulla da fare. Era alla guida dell'auto e non indossava le cinture di sicurezza. I medici, nonostante i tentativi disperati per salvarlo, si sono dovuti arrendere e constatarne il decesso. La dinamica pare non lasciare dubbi. L'auto di Pizzol, non si sa se per un colpo di sonno oppure un malore, ha invaso completamente la corsia opposta quando stava sopraggiungendo la Peugeot e l'impatto è stato tanto violento quanto inevitabile. Le auto, dal terribile botto, si sono girate su loro stesse. E per Massimo è stata la fine. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco e al Suem 118, anche la Polstrada di Treviso.
Affranti il papà Flavio, che conduce un'impresa idraulica avviata dal nonno Nevio, la mamma Sabina e il fratello maggiore Marco che proprio sabato ha festeggiato il suo ventesimo compleanno. La famiglia è molto conosciuta e benvoluta a San Fior. Massimo, che era iscritto all'Ipsia di Vittorio Veneto e frequentava l'ultimo anno, amava la velocità e i rally. «Li andava a vedere spesso. Era il suo hobby preferito» dicono gli amici, in lacrime. E lui stesso, nella sua pagina Facebook, ha lasciato un commento che sembra un testamento Non correre per la paura di cadere è come non vivere per paura di morire. Massimo di voglia di vivere ne aveva così tanta da risultare un trascinatore. Lo descrive così Mario Zanchettin, il presidente del gruppo Eventi che organizza ogni anno la sagra del Rosario, definita la sagra dei coscritti perchè venivano festeggiati tutti i ragazzi che compivano 18 anni. «Aveva una forza buona dentro. Io volevo mollare perchè la sagra è faticosa. Lui si è fatto avanti e ha trainato tutti. È andato perfino a Udine per recuperare una macchina per la polenta. Era solare, affabile, sempre disponibile. Lui e Riccardo (Covre ndr) erano una forza della natura. Ci mancherà il suo sorriso».
La data del funerale non è ancora stata stabilita, ma la famiglia ha deciso che Massimo donerà gli organi. Un ultimo gesto di generosità perchè lui avrebbe voluto così dicono gli amici più vicini a lui. Preoccupati, adesso, delle condizioni di salute di Riccardo Covre, in ospedale per un trauma cranico e alcuni problemi agli arti. «Sappiamo che è disperato. Ma deve lottare per guarire, almeno lui».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Gennaio 2018, 14:01
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