Un colpo di fucile alla nuca da circa un metro di distanza. E' morto così Massimiliano Lucietti, il 24enne di Celledizzo di Peio (in Val di Sole, Trentino), ritrovato senza vita per terra, con il fucile indirizzato verso qualche preda da cacciare. La dinamica è stata ricostruita grazie agli inquirenti che hanno analizzato i referti autoptici nell’attesa delle risultanze balistiche dei carabinieri del Ris.
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Come riporta il Corriere della sera, il corpo del ragazzo è stato ritrovato intorno alle 8.00 da un forestale in pensione di ritorno dalla postazione di caccia. Lo stesso che, il giorno dopo, si è suicidato, lasciando un biglietto con scritto «Non attribuitemi colpe che non ho». Il 59enne, subito dopo la macabra scoperta era stato sentito a lungo dai carabinieri come persona informata sui fatti. Ora i familiari hanno dato mandato all’avvocato Andrea de Bertolini di difenderne l’onorabilità.
Le prime indagini
Le prime indagini sul caso dei due cacciatori morti seguivano la pista di un incidente. Poi, pian piano è emerso un altro scenario. Massimiliano Lucietti, in realtà, sarebbe stato ucciso, escludendo il suicidio. Decisivo l’esame balistico: il foro d’entrata del proiettile, infatti, è sulla nuca. Mentre il colpo sarebbe stato sparato da una distanza di almeno mezzo metro ed è poi uscito dal collo.
Il mistero
Tra le tante ipotesi c'è anche quella che su posto ci fosse anche un terzo cacciatore. La vicenda s'infittisce sempre di più, soprattutto dopo il ritrovamento del cadavere del 59enne Maurizio Gionta, ex guardia forestale che aveva denunciato di aver trovato il corpo del giovane. L’uomo si sarebbe suicidato lasciando poi il biglietto con la scritta: «Non incolpatemi per quello che non ho fatto».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Novembre 2022, 09:17
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