Via le mascherine all'aperto, arriva il via libera del Cts. Speranza conferma: «Stop all'obbligo dal 28 giugno»

Via le mascherine all'aperto, arriva l'ok del Cts. Speranza conferma: «Stop all'obbligo dal 28 giugno»

Mascherine all'aperto, addio all'obbligo a partire da lunedì 28 giugno: è l'indicazione del Cts, riunito nella serata di lunedì 21 per decidere il destino dell'ultimo tabù della pandemia di coronavirus. Nell'Italia tutta in zona bianca dunque non ci sarà più l'obbligo di indossare le mascherine all'aperto: da lunedì 28 infatti anche la Valle d'Aosta, ultima regione in zona gialla, dovrebbe passare in bianco. La conferma è arrivata anche dal ministro della Salute Roberto Speranza«Dal 28 giugno superiamo l'obbligo di indossare le mascherine all'aperto in zona bianca, ma sempre nel rispetto delle indicazioni precauzionali stabilite dal Cts», ha scritto in un post su Facebook.

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«Il Cts - si legge in una nota del portavoce Silvio Brusaferro - ritiene che le mascherine rappresentano uno dei mezzi più efficaci per la riduzione della circolazione del virus; lo scenario epidemiologico è caratterizzato da una incidenza stabilmente e significativamente sotto i 50 casi x 100.000 abitanti nei 7 giorni indicativa di una contenuta circolazione del virus SARS-CoV-2; questo si tradurrà in un quadro nazionale che dalla prossima settimana vedrà tutte le regioni in zona bianca».

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Sulla base di questi dati il Cts «ritiene che nell'attuale scenario epidemiologico a partire dal 28 giugno con tutte le regioni in zona bianca ci siano le condizioni nelle cosiddette zone bianche per superare l'obbligatorietà dell'uso delle mascherine all'aperto salvo i contesti in cui si creino le condizioni per un assembramento (es: mercati, fiere, code, ecc.…); che le persone debbano sempre portare con sé una mascherina in modo da poterla indossare ogni qualvolta si creino tali condizioni; debba essere raccomandato fortemente l'uso della mascherina nei soggetti fragili e immunodepressi e a coloro che stanno loro accanto; debba essere sempre indossata negli ambienti sanitari secondo i protocolli in essere; debba sempre essere mantenuto l'obbligo di indossare la mascherina in tutti i mezzi di trasporto pubblico; debbano essere rispettate le disposizioni e i protocolli stabiliti per l'esercizio in sicurezza delle attività economiche, produttive e ricreative»

L'accordo dopo due ore di vertice

Il Comitato Tecnico Scientifico trova la quadra dopo un confronto durato oltre due ore. Secondo gli esperti del Cts sarebbe opportuno comunque mantenere il distanziamento, se non si è congiunti, e la mascherina andrà comunque indossata nei luoghi a rischio assembramento all'aperto così come sui mezzi di trasporto ma non quando si è a tavola. Sulla decisione ha influito anche la percentuale di vaccini somministrati in Italia (al momento già oltre il 53% della popolazione ha almeno una dose e circa il 27% ha fatto completato il ciclo). Numeri costanti di somministrazioni che si spera rispettino il trend anche nel mese di luglio, quando però si registrerà un calo degli arrivi di Pfizer (il vaccino mRna che insieme a Moderna viene inoculato agli under 60, secondo le ultime disposizioni). 

Dalle comunicazioni sugli arrivi nelle singole regioni, diversi governatori parlano di un taglio tra il 25 e il 30% rispetto a giugno mentre Moderna - le cui disponibilità sono sempre state esigue - raggiungerà in alcuni territori punte del -65%.

In quest'ultimo mese infatti gli arrivi erano stati superiori alle attese a causa degli anticipi di alcuni carichi. Ma parallelamente, sul fronte Europeo, l'Ue rassicura: «Sulla base di questi dati e delle previsioni disponibili entro il mese prossimo potremo raggiungere l'obiettivo di vaccinazione del 70% della popolazione adulta». Nuove risorse sui vaccini potrebbero arrivare anche da uno studio, secondo cui per i guariti sarebbe necessaria una sola dose anche dopo dieci mesi.

Sulle discoteche nessuna novità

Resta ora da affrontare l'ultimo tema su cui ancora non è stato fornito un parere, né una data: la questione sulla riapertura delle discoteche potrebbe essere affrontata nei prossimi giorni e, mentre sembra scontato l'accesso solo con green pass in questo tipo di locali e soltanto all'aperto, resta il nodo sull'utilizzo della mascherina una volta entrati. «Ovunque ci sono assembramenti e feste abusive in locali e lidi. Se non avremo una data di riapertura entro l'inizio di luglio, consegneremo le licenze e saremo costretti a comportarci da abusivi anche noi pur di lavorare - protesta il presidente del Silb, il sindacato dei gestori di sale da ballo - Se ritardano la nostra apertura togliendoci altri dieci giorni di lavoro da luglio, ci costringono a non ripartire».

In Alto Adige addio mascherina

L'Italia è ormai alla prova della normalità, senza coprifuoco e con Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Provincia di Bolzano, Sicilia e Toscana che hanno appena raggiunto in zona bianca il resto del Paese (manca la Valle D'Aosta, che entrerà nella fascia di rischio più bassa il 28 giugno). È sulla base di dati confortanti che già in queste ore l'Alto Adige avvia per primo la sperimentazione sullo stop alla mascherina all'aperto, con un'ordinanza per il momento valida fino al 31 luglio. Sarà però ancora obbligatorio avere con sé il dispositivo di protezione individuale, ma si dovrà indossare solamente nei luoghi al chiuso diversi dalla propria abitazione e all'aperto nel caso in cui non è possibile mantenere la distanza interpersonale oppure in caso di assembramenti di persone.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Giugno 2021, 22:14
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