Martina Bignozzi morta a 25 anni, era un'istruttrice di pattinaggio. La mamma: «Lotterò come mi hai insegnato»

Quel sorriso lo ha tenuto stampato sul viso fino all'ultimo istante della sua vita. Ha lottato come una leonessa, con tutte le sue forze, dando coraggio a chi le è stata sempre vicina nei momenti di dolore. La malattia, alla fine, ha avuto però il sopravvento. E venerdì ha strappato alla vita Martina Bignozzi, appassionata cosplayer, istruttrice di pattinaggio artistico e amante degli animali. Aveva solo 25 anni.

Una vita spezzata troppo presto da un male scoperto lo scorso anno e combattuto con forza, tenacia e determinazione. Senza mai abbattersi, perché Martina era così: una guerriera dolce, capace di inebriare con il suo sorriso anche le giornate più cupe.

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Il cordoglio

Lascia la mamma Fabiola e la sorella Elena. Poco più di quattro anni fa la famiglia di Martina ha dovuto subire un altro lutto, per la perdita del papà, anche lui stroncato da un male.

La notizia della morte della 25enne ha lasciato attoniti tutti quelli che la conoscevano e che, anche solo superficialmente, avevano avuto modo di passarci dei momenti assieme. Amante della natura, dei cavalli, del suo gattino, era appassionatissima di anime e manga, tanto da partecipare alle fiere del fumetto e alle sfilate dedicate ai cosplayer.

Il ricordo della mamma

Ieri la mamma ha pubblicato sui social un ricordo della figlia, accanto a un foto che la ritraeva al mare, spensierata: «Ti prometto che cercherò di essere ciò che mi hai insegnato, la più forte e dolce guerriera che abbia mai conosciuto, ora sei la tua vera essenza, luce pura». Martina faceva parte dell'associazione Pattinaggio Artistico Del Conero dal 2008. Era un'atleta, poi diventata anche insegnante del gruppo spettacolo, coordinando ragazze dai 14 ai 18 anni. «Un dispiacere immenso averla persa - dice Isabella Marchiseppe, della dirigenza dell'associazione -. Aveva una grande voglia di vivere e il suo sorriso c'era sempre, e per tutti». Il funerale si terrà domani alle 10 nella chiesa del Cristo Re di Numana, cittadina dove viveva con la famiglia.