Mariupol è in macerie. Su quel che resta della città portuale ieri sono piovuti i missili sparati da quattro navi della Marina russa. «Il nemico distrugge cinicamente la città con armi pesanti» riferisce via Telegram quel che resta del reggimento d’Azov che tiene la posizione. Un missile ha centrato e distrutto una scuola in cui «avevano trovato rifugio 400 persone» dicono le autorità cittadine, che stanno cercando di evacuare «10mila persone». Ma tra i palazzi sventrati si muovono anche le milizie cecene. Stanano la popolazione casa per casa. E quello che stanno compiendo, accusano gli ucraini, «sono crimini di guerra».
«L’assedio di Mariupol passerà alla storia come esempio di crimine di guerra - è il messaggio su facebook del presidente ucraino Volodymyr Zelensky - un atto di terrore che sarà ricordato nei secoli a venire». Il sindaco di Mariupol Vadym Boichenko scrive su Telegram che «nell’ultima settimana, diverse migliaia di residenti sono stati portati in Russia.
Alle deportazioni si aggiungono gli stupri, nelle città sotto assedio. Anche nelle periferie di Kiev: Bucha, Irpin. È la drammatica testimonianza alla Camera dei Comuni di Londra della deputata di Kiev Lesia Vasylenko: donne violentate dai soldati russi. E alcune impiccate. «Molte donne sono state uccise dopo essere state stuprate. O si sono suicidate». «Ogni singolo soldato che abbia commesso questo crimine di guerra verrà chiamato a risponderne» ha detto da Leopoli la vice premier ucraina Olga Stefanishyna.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Marzo 2022, 07:34
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