Caso Vannini, un testimone svela la verità: «Izzo mi disse che non era stato Ciontoli ma suo figlio»

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di Alessia Strinati
Le Iene tornano sul caso di Marco Vannini, il ragazzo, morto per un colpo di arma da fuoco  per il quale è stato condannato a cinque anni di carcere Antonio Ciontoli, padre della sua ragazza. Un testimone che fino ad oggi non ha mai parlato, Davide Vannicola, ha raccontato la sua versione dei fatti in merito all'operato di Roberto Izzo, ex comandante carabinieri Ladispoli.

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Davide Vannicola, amico dell'ex comandante dei carabinieri di Ladispoli Roberto Izzo, ha voluto dare una testimonianza sul caso, raccontata proprio da Izzo. Davide confessa di aver ricevuto una confidenza sconvolgente da Izzo, motivo per cui ha deciso di tagliare i rapporti e la loro amicizia, da sempre molto stretta, si è incrinata per sempre. «Non riesco più a tenere dentro questa cosa, tra noi c'era una bella amicizia», Poi Davide parla del rapporto tra Izzo e Ciontoli: «Da quello che diceva il Maresciallo erano molto amici, si chiamavano spesso. Lui si vantava di questa amicizia, e mi diceva che questa amicizia lo avrebbe aiutato, perché era convinto che Ciontoli lo avrebbe fatto lavorare nei servizi segreti».

Poi un giorno racconta che Izzo gli portò Ciontoli al suo negozio di borse, dove gli era stato chiesto di fare una borsa su misura con una fondina per la pistola. Poi Davide confessa che Izzo gli aveva detto di aver fatto una sciocchezza: «Mi disse che Ciontoli lo aveva chiamato per risolvere un problema che c'era stato in famiglia, chiamandolo prima della chiamata all'ambulanza». Si tratta di una chiamata che non risulta da nessuna parte, ma Davide conferma un dettaglio smentito più volte da Izzo, il fatto che avesse due telefoni: «Io stesso avevo due numeri di telefono di Izzo».

Davide poi dice che Izzo gli raccontò che Ciontoli lo chiamò dicendo: «Robè mi devi aiutare perché hanno fatto un danno grosso, e lui risponde che lo avrebbe richiamato dopo un po'. Confessò che aveva preso un po' di tempo, tempo prezioso per la vita di Marco, poi è arrivata l'ambulanza». Poi il testimone chiede il motivo per cui i familiari siano arrivati dopo a Izzo e lui confesserebbe: «Che ti devo dire? Avranno pulito casa. Poi mi ha detto che gli consigliò di prendersi la colpa, perché faceva parte dei servizi segreti quindi non gli sarebbe successo più di tanto, mentre a Federico, il figlio, avrebbe rovinato la vita». Davide infine conferma: «Mi disse che Antonio non era stato ad ucciderr Marco, ma suo figlio». Poi Davide ammette di aver disapprovato l'operato dell'amico e da quel momento i rapporti si sono incrinati. 
 
Ultimo aggiornamento: Domenica 5 Maggio 2019, 22:32
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