Marco Vannini, l'avvocato di Ciontoli a Chi l'ha Visto: «Una vittoria del diritto». La mamma: «Io non mollo»
di Silvia Natella
«Sto malissimo - dice la mamma del giovane - sfido chiunque a non reagire così davanti a una sentenza che non so da dove hanno preso. Era tutto scritto negli atti, c'erano le registrazioni delle chiamate al 118, le sue urla». «Io voglio vedere se era un figlio loro - spiega riferendosi ai giudici - sono avvelenata, in questo momento devo riprendere forza, ma non mollo. Adesso devo valutare come andare avanti perché la giustizia per Marco ci deve essere... A queste persone è stato regalato tutto. Sono protetti da qualcuno, adesso mi viene questo tarlo. È una vergogna».
Al militare Ciontoli sono state tolte le pene accessorie e c'è il rischio che dopo aver scontato la pena possa essere reintrodotto in servizio. «Se l'omicidio non è stato volontario, volontaria è stata la decisione di non chiamare i soccorsi. Nessuno ha messo la pistola alla tempia di Ciontoli e della sua famiglia per non soccorrerlo. Marco è morto perché non è arrivato in tempo in ospedale. E lo dicono delle telefonate che sono incontrovertibili», conclude Federica Sciarelli.
Ai microfoni di Rai Tre anche l'avvocato della famiglia Ciontoli: «È stata la vittoria del diritto. Noi abbiamo sempre detto che il dolo non c'era. Mai è stato preso in considerazione l'evento morte... Il mio assistito non si è mai sottratto dal riconoscere le sue responsabilità. Noi abbiamo solo cercato che a queste responsabilità fosse data la giusta configurazione giuridica».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 31 Gennaio 2019, 16:07
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