La madre disperata: «Non avrò mai giustizia»
La sentenza della giudice Michela Capone è stata emessa dopo oltre 4 ore di camera di consiglio. Un verdetto molto articolato, che ha preso quasi quarto d'ora di lettura a cui il pubblico non ha potuto assistere perchè tutte le udienze si svolte a porte chiuse. Le attenuanti generiche sono state ritenute prevalenti, da qui lo sconto di due anni rispetto alla pena minima prevista per l'omicidio premeditato. Presenti i familiari della vittima, tra cui la madre e la nonna. I due ragazzi sono stati quindi condannati per omicidio volontario premeditato e soppressione di cadavere.
A nessuno dei due è stata contestata l'esecuzione materiale dell'omicidio, ma avrebbero partecipato in vario modo alla progettazione del delitto. Si è concluso così uno dei due processi per l'omicidio di Manuel Careddu. Il secondo riprende domani in Tribunale a Oristano, con rito abbreviato, per i tre maggiorenni, tutti tra i 19 e i 20 anni: Christian Fodde, fidanzato della minorenne condannata oggi, Riccardo Carta e Matteo Sanna. Sono attese le richieste del pubblico ministero.
MASSACRATO PER 300 EURO Il ragazzo fu massacrato per 300 euro di hascisc di cui pretendeva il pagamento. Il verdetto è atteso per il primo pomeriggio. La procuratrice Anna Cau e la sostituta Grazia Manganiello hanno rinunciato alle repliche sulle arringhe della difesa, così la giudice si è subito ritirata in camera di consiglio.
L'accusa ha chiesto per entrambi i ragazzi 18 anni di reclusione, riconoscendo le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, così come previsto quando a commettere un reato sono dei minori. Anche oggi, come nelle precedenti udienze, tutte a porte chiuse, sono presenti i parenti della vittima, tra cui la madre e la nonna.
LA MADRE: SONO POCHI «Sono molto delusa, sedici anni sono pochi, ma almeno quelli li faranno».
Ha un viso terreo la mamma di Manuel Careddu, Fabiola Balardi, quando esce dall'aula del tribunale dei minori subito dopo la sentenza di condanna per i due giovanissimi imputati. Accanto la sorella, zia della vittima, che ha urlato tutta la sua disperazione per una pena ritenuta troppo bassa.
«È comunque importante che sia stata accertata la nostra ricostruzione dei fatti e quella dell'accusa - commenta l'avvocato della famiglia di Manuel, Luciano Rubattu - questa sentenza certifica quanto accaduto, a dispetto delle tesi alternative proposte dalle difese. Entrambi sono stati riconosciuti responsabili dell'omicidio pluriaggravato. Siamo solo un pò delusi - conferma il legale - perché sul piano sanzionatorio ci aspettavamo almeno i diciotto anni chiesti dalla Procura. Ora aspetteremo le motivazioni per decidere come muoverci».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Luglio 2019, 15:49
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