Manuel Bortuzzo, indagini sulla rissa per la droga prima degli spari: il cerchio si stringe

Manuel Bortuzzo, indagini sulla rissa per la droga prima degli spari: il cerchio si stringe

di Emilio Orlando
Una partita di droga non pagata. Prima l' incontro chiarificatore in stile summit malavitoso nel locale e poi il litigio. Se le danno di santa ragione. Spaccano le suppellettili e le vetrine. Tra loro anche due pugili utilizzati per il recupero crediti  violento, dai sodali delle famiglie malavitose di Acilia ed Ostia legate ai casalesi per l' usura e lo spaccio. Gli inquirenti sono vicini all' identificaione di alcuni dei protagonisti della rissa avvenuta pochi minuti prima della sparatoria. Tra loro ci sarebbe anche il vero bersaglio dell' agguato che potrebbe diventare vittima di un ulteriore regolamento di conti. Ambienti malavitosi di Ostia e Acilia passati al setaccio sotto la lente d’ ingrandimento della sezione omicidi della squadra mobile e del commissariato Lido alla ricerca dei partecipanti alla rissa avvenuta il tre febbraio scorso dentro il pub di piazza Eschilo all’ Axa da cui è sfociato l’agguato in cui è rimasto gravemente ferito, tanto da rimanere paralizzato a vita, il diciannovenne Manuel Mateo Bortuzzo giovane promessa del nuoto olimpionico.


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L’ ipotesi iniziale formulata dagli investigatori sullo scambio di persona è stata poi confermata dalla confessione resa da Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano i due sicari che si sono costituiti in questura con l’avvocato, ma le indagini per identificare il bersaglio designato per la vendetta dai due proseguono a tutto campo. Diverse testimonianze sono state ritenute inattendibili ed il velo di omertà dei presenti dentro il locale al momento della rissa non è stato ancora squarciato del tutto. Prima di sparare i tre colpi di pistola, uno dei quali ha colpito Manuel all’ undicesima vertebra lombare ledendo il midollo, i due avrebbero esordito con una sorta di grido di battaglia:«Pjamose la piazza. La piazza è nostra». Una frase a metà tra il delirio in preda alla droga e la volontà di affermazione di una metodologia malavitosa ereditata a dai contesti familiari e criminali da cui i due arrestati provengono.


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La contiguità della famiglia Marinelli con il clan dei Casalesi ed in particolare con la colonna Guarnera Iovine, radicata territorialmente nella zona di villaggio Giuliano nel quartiere San Giorgio di Acilia, fa pensare agli investigatori che la vittima designata scampata all’ agguato per l’errore di persona potrebbe rimanere vittima a sua volta di un altro agguato. Una pista promettente potrebbe arrivare quando si scoprirà chi ha aiutato i due fuggiaschi a nascondersi durante la loro breve latitanza prima della costituzione alla squadra mobile. I poliziotti erano sulle loro tracce ed il quartiere natale dei sicari che si era messo a protezione di Marinelli e Bazzano ha dimostrato ancora una volta reticenza ed omertà atteggiamenti tipici delle zone dove la mafia la fa da padrona.


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Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Marzo 2023, 06:34
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