Manuel Bortuzzo, il Carabiniere paralizzato a Montecitorio: «Strada in salita, ma rinascerai»
di Luca Calboni
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Era il 28 aprile del 2013, il giorno del giuramento del governo presieduto da Enrico Letta, quando il Carabiniere Giuseppe Giangrande, in servizio fuori Montecitorio, rimase ferito dall'agguato di Luigi Preiti che voleva sparare a un politico. E invece colpì il brigadiere dell'arma, lesionandogli la spina dorsale e rendendolo paraplegico.
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La lettera intera viene riportata dai profili social dell'Arma dei Carabinieri: nel testo scritto da Giuseppe Casagrande e dalla figlia Martina si percepisce la vicinanza della famiglia. «Non ti abbiamo mai incontrato di persona, ma per quanto ti possa sembrare incredibile - si legge - noi ci conosciamo, perché fortuna e sfortuna hanno voluto che la tua e la nostra storia fossero legate da un solo filo conduttore: trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato». C'è spazio per tanta speranza: «La strada sarà indubbiamente lunga e anche tortuosa, ci saranno giorni belli e brutti, ma tutto servirà a far sì che tu possa rinascere come una fenice e ricominciare una vita nuova e forse anche più bella». E si chiude con un messaggio positivo e di incoraggiamento: «Ricorda Manuel, potrai fare tutto quello che vorrai, - scrive la famiglia Giangrande - perché le barriere ce le creiamo solamente noi nella nostra testa, ma possiamo fare tutto: basta volerlo ed essere sostenuti dalle persone che ci vogliono bene».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Marzo 2023, 08:48
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