Uccise il fidanzato a coltellate: la “Mantide” in carcere tenta di strangolare un'agente con un laccio
Lei, la Mantide, diventata nota anche nel Salento per l'evasione del 22 agosto del 2014, quando non rientrò nel carcere di Borgo San Nicola approfittando di un permesso premio. Fu poi rintracciata due settimane dopo ad Anzio, in compagnia di un ragazzo di Muro Leccese diventato il suo nuovo compagno in quell'avventura.
Dal carcere di Lecce dove, peraltro, venne trovata nella sua cella una lettera scritta da un boss della camorra di Sant'Antimo per farle sapere di potere contare su di lui per denari e spese legali, in seguito la Della Corte fu trasferita a Potenza.
E nel carcere del capoluogo lucano viene collocato l'episodio del 21 dicembre del 2015 che l'è costata la condanna per tentato omicidio: è stata ritenuta responsabile del tentativo di strangolamento di una agente penitenziaria. Avrebbe covato rancore da tempo contro quella divisa: le sue segnalazioni avevano fatto adottare alcuni provvedimenti disciplinari. L'ultimo il giorno prima.
Con un escamotage la Della Corte ed un'altra detenuta riuscirono ad uscire dalla sala socialità e presero alle spalle l'agente a cui tuttavia non mancò la prontezza: mise una mano fra il collo ed il laccetto. Ed evitò così il peggio.
La difesa rappresentata dall'avvocato Carlo Gervasi ha chiesto la derubricazione in lesioni gravi, il pubblico ministero la condanna 12 anni. Diventati 13 per il Tribunale di Potenza.
Ultimo aggiornamento: Sabato 13 Giugno 2020, 21:02
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