Manduria, il ragazzino mostrava alla prof i video delle botte: «Guarda, quello sono io»

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Uno dei ragazzini della baby gang che perseguitava Antonio Cosimo Stano, il pensionato di Manduria (Taranto) affetto da problemi psichici e morto pochi giorni fa dopo un'agonia di quasi tre settimane, mostrava fiero uno di quei video che hanno incastrato il gruppo ad una insegnante di sostegno. È questo l'ennesimo dettaglio inquietante della vicenda di Manduria, rivelato dalla stessa professoressa agli inquirenti.

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«Guarda prof, quello sono io», aveva detto il 16enne alla sua professoressa di sostegno. La donna, non credendo a quello che aveva appena visto, si era sentita rispondere: «Certo che sono io, quelle sono le mie scarpe e quella è la mia felpa». Agli inquirenti, la donna ha spiegato: «Lo scorso 4 aprile, nel corso delle lezioni, l’alunno mi mostrava un video dal suo telefono cellulare. Ho quindi visto il video che riproduceva per pochi secondi la scena in cui un giovane con un indumento scuro con cappuccio, colpiva violentemente con un pugno in volto un anziano signore, che poi trascinava per terra. Non potevo credere che fosse lui ad aggredirlo». Lo riporta l'AdnKronos.

Non soddisfatto della perplessità della sua insegnante, il 16enne avrebbe a quel punto mostrato un altro video di un'aggressione, forse avvenuta in un'occasione distinta. «Per ulteriore conferma e per convincermi che era lui quello riprodotto nel video, mi faceva vedere un altro filmato, sempre di pochi secondi, in cui, da un'altra prospettiva, si vedeva sempre che un giovane colpiva con un pugno violento un anziano, facendolo cadere per terra. Ricordo che le scene dei due video erano differenti e quindi verosimilmente riferibili a due distinti episodi» - ha spiegato la professoressa - «A quel punto avevo avvisato la madre, lei mi disse di essere a conoscenza di tutto e che il padre aveva già messo in punizione il figlio».
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Aprile 2019, 18:19
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