Mamma scrive al consigliere omofobo indagato: «Sventolare il vangelo non ci rende migliori...»

Mamma di un ragazzo gay scrive al consigliere omofobo indagato: «Sventolare il vangelo non ci rende migliori...»
Aveva esortato sui suoi profili social, e non solo, a sbarazzarsi dei gay. Oggi, due mesi dopo, la mamma di un ragazzo omosessuale ha scritto una lettera al consigliere Giuseppe Cannata. Il medico 72enne ex Fratelli d’Italia è stato indagato per "istigazione a delinquere" e si è dimesso da vicepresidente del Consiglio comunale di Vercelli. Le parole della donna hanno immediatamente fatto il giro del web. «Una lezione di giustizia e umanità», commenta Selvaggia Lucarelli condividento il testo per intero. 

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«Quelli che lei chiama "mer***" sono i nostri figli gay», è la frase più toccante della lettera indirizzata a Cannata e pubblicata dal sito Infovercelli.24.  «​Premetto - si legge - che non sono alla ricerca di visibilità né penso di candidarmi in futuro. Ciò per sgombrare il campo da eventuali illazioni o pensieri molesti o che potrebbero diventare tali. Ho ascoltato il Suo intervento in Consiglio Comunale con un misto di incredulità, imbarazzo per Lei e, se mi permette, di tenerezza per il tentativo messo in atto di argomentare fatti tanto distanti tra loro da non permettere collegamenti se non artificiosi».



A luglio l'uomo ha rinunciato alla vicepresidenza, ma non ha rassegnato le dimissioni in quanto consigliere. 
«E questi schifosi continuano imperterriti. Ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili», aveva scritto a commento di un articolo di Pillon.
«Lei - continua la lettera - è naturalmente libero di fare del Suo tempo ciò che vuole, esprimendo il Suo disprezzo pubblicamente ma non può pensare che, proprio per essere pubblico, non raccolga dissenso e disprezzo a sua volta, quella che Lei ha definito gogna mediatica. È anche libero di battersi per chi vuole ma non è libero di insultare».

«'Mer*e' si può scrivere sul proprio diario personale  o dire tra quattro amici al bar; non in un luogo pubblico in cui vivono gay e lesbiche ed i loro genitori. Questi ultimi, madri e padri di coloro che Lei definisce così, tra l’altro, appartengono perlopiù a famiglie tradizionali, per usare il termine che Lei predilige. Ecco, noi genitori di queste “merde” abbiamo vite normali con i nostri ragazzi. Alti e bassi, feste di famiglia, problemi, insomma tutto ciò che appartiene a tutti. Con la differenza che i nostri ragazzi (e di riflesso anche noi) hanno spesso avuto esperienze difficili, a volte dolorose, a volte molto dolorose».

Poi sulle sue mancate dimissioni: «​Egregio dottore, ha fatto male a non dimettersi. Legalmente può fare ciò che vuole, ne ha diritto, ma non avere la consapevolezza che non si è graditi neppure, a quanto pare, all’interno della propria maggioranza e, soprattutto, che certe affermazioni in un ruolo pubblico sono gravissime, è davvero singolare. ​A me, docente in pensione, continuano ad interessare l’umanità e l’animo umano e sono fondamentalmente intransigente... Sventolare il Vangelo non ci rende migliori... Con questi pensieri Le auguro di vivere più serenamente la Sua età e di confrontarsi spesso con gli altri perché l’umanità di persone diverse da Lei non potrà che arricchirLa. È ancora in tempo».

 
Ultimo aggiornamento: Sabato 28 Settembre 2019, 20:41
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