Maltempo in Veneto e Friuli, il bilancio: peggio che nel '66, danni per un miliardo di euro, 51mila persone senza corrente

Video
Tre giorni di maltempo che hanno messo a dura prova il Nordest, per quanto la macchina dell'emergenza sia stata attivata in tempi rapidissimi e il dispiegamento di forze abbia operato celermente. Ma l'emergenza non sembra essere ancora finita, perché «il Piave resta osservato speciale e a Belluno «c'è una situazione terribile, il 2010 è niente rispetto a quello che è successo in montagna» (FOTO). L'assessore Gianpaolo Bottacin lo ripete e il governatore Luca Zaia fa il punto sull'eccezionale ondata di maltempo. Zaia parla di «centinaia di milioni» di danni ma ricorda i conti che vennero fatti per l'alluvione del 2010, quando i 100 milioni ipotizzati diventarono un miliardo. 

VENETO, 51MILA SENZA CORRENTE, 11.500 IN FRIULI
Alle ore 15.30 di oggi, mercoledì 31, erano circa 51mila le utenze elettriche ancora fuori uso in Veneto dopo il maltempo, concentrate tra le province di Belluno e Treviso. Lo rende noto la Regione Veneto. In queste zone stanno lavorando a pieno ritmo i tecnici di Terna ed E-Distribuzione, società del gruppo Enel, per rialimentare le linee danneggiate. I blackout riguardano circa 41.700 utenze nel bellunese e 8.600 nel vicentino. In Friuli Venezia Giulia sono 11.500 gli utenti al buio in provincia di udine. Rispetto alla giornata di lunedì sono state rialimentate oltre 200.000 utenze nelle due regioni.


UN EVENTO PEGGIORE DI QUELLO DEL 1966
L'Unità di crisi attivata dalla Regione Veneto per fronteggiare la situazione di emergenza determinata dal maltempo di questi giorni ha elaborato una serie di tabelle di confronto tra l'evento del 27, 28 e 29 ottobre 2018 e quelli più rilevanti, sempre della durata di tre giorni, che si sono succeduti negli anni. La statistica è chiara: l'ondata di maltempo che ha colpito il Veneto in questi giorni è stata quantomeno al livello di quelle, devastanti, che l'hanno preceduta (1966, 2010 e altre) con punte massime di accumuli d'acqua al suolo superiori anche al terribile 1966: la «tempesta perfetta», come l'ha definita, fin dalla lettura dei primi modelli previsionali, il Presidente della Regione Luca Zaia.

I DATI
Lo si evince dai dati storici sulle quantità d'acqua cadute nel corso dei precedenti eventi calamitosi, confrontati con quelle registrate il 27,28 e 29 ottobre 2018. In questo evento, la montagna è stata la più colpita, tanto che la stazione di rilevamento di Soffranco (Belluno), con 667,4 millimetri d'acqua caduti per metro quadro, ha superato il Cansiglio dove, nel 1966 (4-5-6 novembre), ne furono registrati 608,0. Con 572,2 di oggi, Sappada ha superato Seren del Grappa dove, nel 1966, i millimetri caduti furono 571,0. Senza contare che in questi tre giorni del 2018 la stazione di Col de Prà, in Comune di Taibon Agordino, alle ore 21 del 29 ottobre ha rilevato 610 millimetri prima di cessare di funzionare, travolta da una tromba d'aria. Le punte massime dell'alluvione del 2010 (31 ottobre-1 e 2 novembre) si «fermarono» ai 587,2 di Seren del Grappa, ai 530,5 di Agno-Recoaro, ai 516,8 del Cansiglio.
Nel 1992 (3-5 ottobre) le punte massime si toccarono alla stazione Turcati a Recoaro Terme con 533,0 millimetri, al Rifugio La Guardia di Recoaro Terme con 505,2, a Recoaro Mille con 504,2. Livelli inferiori ai massimi registrati negli scorsi tre giorni si registrarono anche negli eventi del 15-17 maggio 1926; del 26-28 ottobre 1953; del 17-19 settembre 1960; del 7-9 giugno 1988. Questo, fanno notare all'Unità di Crisi Regionale, per far comprendere come solo le centinaia di opere realizzate dal 2010 a oggi, la precisione dei modelli previsionali utilizzati, e l'uso sapiente delle casse di laminazione naturali e artificiali in Trentino, in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, abbiano consentito di evitare situazioni e danni peggiori.


31 OTTOBRE - ZAIA IN SOPRALLUOGO NELLE ZONE COLPITE
Il Governatore del Veneto Luca Zaia sta facendo una serie di sopralluoghi nelle zone colpite dal maltempo sul territorio regionale con particolare riguardo al bellunese. Zaia è accompagnato dall'assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin e dal comandante interregionale dei vigili del Fuoco di Veneto e Trentino Alto Adige Fabio Dattilo. Al termine dei sopralluoghi Zaia terrà un punto stampa alle ore 12.00 al Centro di coordinamento soccorsi installato all'aeroporto di Belluno. 

 
 


«C'è una situazione di disastro e devastazione totale, la tempesta perfetta c'è stata. Uomini e donne della protezione civile sono stati eccezionali». Lo ha detto il governatore veneto Luca Zaia, facendo il punto dei danni e dei problemi del maltempo nella regione, dopo un sopralluogo alle zone colpite del bellunese. «L'immagine più toccante - ha aggiunto - è la devastazione dell'agordino. Nella fase meteo più acuta di lunedì sera, alla fine del passaggio dell'onda di piena e del massimo picco avevamo 160mila utenze prive di elettricità, migliaia lo sono ancora, sembra quasi l'esito di un terremoto». Zaia ha citato alcune della frazioni ancora isolate e irraggiungibili, se non con l'elicottero: «Rocca Pietore, passo Fedaia e altre località, bisogna assolutamente intervenire con i soccorsi, perché possano giungere i mezzi pesanti. Mancano la corrente elettrica, sono in tilt acquedotti, i servizi di copertura telefonica, le strutture turistiche sono invase dal fango, alcune strade che non ci sono più».

 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Novembre 2018, 09:48
© RIPRODUZIONE RISERVATA