Maltempo in Sicilia, «Ho visto i miei figli morire: nessuno ci aveva avvertito»

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di Mauro Evangelisti
Prima del fango e del dolore senza fine, nelle sere precedenti c'erano stati il karaoke, la buona tavola, gli scherzi, i regali per i più piccoli per rispettare le tradizioni siciliane nella notte del primo novembre, la gioia perché la piccola Rachele compiva un anno.

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Monia Giordano, quarantenne, una delle vittime della villetta di Casteldaccia, aveva scritto su Facebook: «Mentre i nostri amori dormono, noi ci divertiamo ad organizzare il loro dolce risveglio» e pubblicato le foto di doni, dolci, peluche, giocattoli. Le due famiglie avevano preso in affitto la casa vicino al fiume, malgrado l'allarme maltempo. Non sapevano che quella casa era abusiva. «Ma nessuno ci aveva avvertito, nessuno ci ha detto che era pericoloso», ripete uno dei sopravvissuti, Giuseppe Giordano, 35 anni, fratello di Monia.



FRAMMENTI
Ricorda: «Si è fatto tutto scuro, sul pavimento abbiamo visto avanzare una striscia di fango. Ci siamo affacciati, c'era il tombino che stava come venendo avanti. Siamo corsi nell'altra stanza, mio figlio Federico, quello grande, ha preso mia bimba di un anno, mi ha detto la tengo io, Rachele. Andiamo, andiamo ho urlato. È scoppiata la finestra. Rachele è morta, Federico è morto mentre tentava di salvarla, penso sia un eroe». Giuseppe, occhi rossi, davanti all'obitorio a Palermo non smette di piangere, è circondato dai microfoni e sente l'urgenza di ricostruire ciò che è successo sabato sera, quando la sua vita si è fermata. Si è salvato per miracolo sbalzato fuori dalla villetta travolta dalla piena del fiume Milicia. È rimasto aggrappato per due ore a un albero prima di essere salvato, ma non dirà mai di essere stato fortunato, perché ha perso sua moglie, due figli, i genitori, i fratelli. «Ora sono solo, è rimasta solo mia figlia». «Ma se quella casa era pericolosa, se lì non si doveva stare, perché non ci hanno avvertito?», ripete ancora la stessa domanda. Riprende il racconto: «Ricordo che ho preso le chiavi della macchina, dovevamo fuggire, ho aperto una porta e sono entrati acqua e fango».
 
 



Giuseppe Giordano a Palermo è conosciuto, è titolare di una rivendita di motociclette, sulla cui pagina Facebook compare in foto con il primogenito Federico, il coraggioso quindicenne che ha tentato di salvare la sorellina Rachele e insieme a lei è morto. L'altra figlia, Asia, 12 anni, è salva perché quando il l'acqua e il fango hanno distrutto la villetta, era andata con la cugina Emanuela e lo zio Luca Rughoo (marito di Monia) a comprare dei dolci. Servono due amici per sorreggere Giuseppe che prosegue: «Io sono finito fuori, su un albero, mi sono aggrappato. Ho urlato, è stato inutile, poi è tornato mio cognato, che ha dato l'allarme. Mi ha fatto scendere un carabiniere. Non voglio fiori, i fiori erano Rachele e Federico, era mia moglie, adesso non ci sono più».

LE LACRIME
Dovevano essere giorni di festa e allegria, c'erano anche i nonni, altri parenti sono stati salvati dal caso perché erano tornati a Palermo prima della tragedia. Luca Ruhgoo, il cognato di Giuseppe, è l'altro sopravvissuto. Anche lui ha salvato una figlia, la tredicenne Emanuela, con quella decisione di uscire per andare a comprare i dolci, anche lui ha perso nella villetta la moglie Monia (la donna che su Facebook, come documenta Live Sicilia, ha lasciato le ultime immagini serene della famiglia) e il figlioletto Francesco, 3 anni. «Francesco era bellissimo, era il mio cuore, adesso non c'è più». Lo hanno visto imprecare vicino alla statua di San Giovanni, sulla strada che porta alla villetta, nessuno sapeva come consolarlo.
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Novembre 2018, 13:07
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