Maltempo, 12 morti n Sicilia. Fiume sommerge villetta: due famiglie sterminate. Coppia travolta in auto da torrente

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Dopo il nordest e la Liguria, dove anche oggi resta allerta arancione per il maltempo, è la Sicilia, nelle ultime ore, a essere flagellata dalle piogge che nel palermitano hanno fatto esondare i corsi d'acqua e il bilancio è pesantissimo: 12 le persone che hanno perso la vita, due i dispersi.  Altri due morti nell'Agrigentino. I vigili del fuoco stanno recuperando i corpi di due persone travolte con la propria auto da un torrente esondato nei pressi di Cammarata. Sono due giovani tedeschi, un uomo e una donna, e avevano noleggiato l'auto su cui viaggiavano, che è stata ritrovata dentro il torrente. 
 
 

Nove delle vittime, e tra queste due bambini di uno e tre anni, si trovavano in una villa situata al confine dei comuni di Altavilla Milicia e Casteldaccia, non distante dall'autostrada Palermo-Catania. L'edificio è stato letteralmente sommerso dall'acqua del fiume Milicia, che ingrossato dalle piogge cadute ieri è uscito dagli argini. L'acqua è rapidamente arrivata al soffitto e le persone che si trovavano all'interno - due famiglie che si erano riunite per trascorrere insieme la serata - sono annegate. In due, un uomo e una bambina, sarebbero riusciti a salvarsi perché erano usciti per andare ad acquistare dei dolci. Una terza persona rimasta fuori dalla casa ha lanciato l'allarme col cellulare aggrappandosi a un albero.

Tragedia anche a Vicari dove dalla scorsa notte erano partite le ricerche di due uomini su una jeep: uno di loro, Alessandro Scavone, 44 anni, è stato trovato morto dai vigili del fuoco. L'altro disperso, Salvatore D'Amato, 21 anni. è stato per fortuna trovato vivo. Scavone era un consigliere comunale a Salemi, nel Trapanese, dove il sindaco Domenico Venuti ha proclamato il lutto cittadino per il giorno del funerale.

Altri due morti nell'Agrigentino. I vigili del fuoco stanno recuperando i corpi di due persone travolte con la propria auto da un torrente esondato nei pressi di Cammarata. Sono due giovani tedeschi, un uomo e una donna, e avevano noleggiato l'auto su cui viaggiavano, che è stata ritrovata dentro il torrente.

Un territorio devastato dall'abusivismo. Almeno due lottizzazioni abusive, case fuori legge con fognature che scaricano nel fiume. È il quadro descritto da Giuseppe Virga, sindaco di Altavilla Milicia, comune confinante con quello di Casteldaccia in cui nove persone, stanotte, sono morte per l'esondazione del fiume Milicia, il corso d'acqua che separa i due comuni. «Da assessore e poi da sindaco - racconta - ho fatto prima segnalazioni verbali ai carabinieri, poi un esposto alla Procura di Termini Imerese insieme all'ex sindaco di Castedaccia Fabio Spatafora».

Le vittime vivevano a Palermo, Santa Flavia e Bagheria (Palermo). Sono Rachele Giordano, di 1 anno; Francesco Rughò, 3 anni; Federico Giordano, di 15 anni; la madre Stefania Catanzaro, 32 anni e moglie di uno dei tre sopravvissuti, Giuseppe Giordano; il nonno Antonino Giordano, 65 anni, e la moglie Matilde Comito, 57 anni; il figlio Marco Giordano, di 32 anni, e la sorella Monia Giordano, di 40; Nunzia Flamia, 65 anni. Drammatiche anche le testimonianze di alcuni degli abitanti che risiedono vicino alla villetta travolta dall'acqua.

«È una tragedia immane», ha detto il sindaco del paese, Giovanni Di Giacinto. Sempre vicino Palermo, a Vicari, è stato trovato morto un uomo, Alessandro Scavone, titolare di un distributore di carburanti, che era a bordo di un'auto investita dall'acqua del fiume San Leonardo. Con lui un amico. I due erano andati a recuperare un giovane rimasto al distributore, che è riuscito a salvarsi lanciandosi dalla vettura. Risulta invece disperso Giuseppe Liotta, 40 anni, medico palermitano che si stava recando nell'ospedale di Corleone per prendere servizio: la sua auto è stata trovata in contrada Raviotta, tra Ficuzza e Corleone, sulla statale 118 interrotta in diversi punti per smottamenti ed allagamenti. Nel zone colpite stanno operando Vigili del fuoco, Carabinieri, Protezione civile e sanitari del 118.



Situazione difficile anche ad Agrigento, dove sono state evacuate 50 famiglie per l'esondazione dell'Akragas. Ed è in ginocchio anche il nordest, in particolare nel bellunese in Veneto, ma anche in Trentino e in molte zone del Friuli.

La situazione nelle altre regioni. Il maltempo degli ultimi giorni ha lasciato uno scenario apocalittico nel bellunese. Le dolomiti venete, come hanno constatato nuovamente oggi il governatore Luca Zaia e il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli sorvolando la zona, si sono trasformate in una quinta surreale in cui, in mezzo al fango, si continua a lavorare giorno e notte per salvare ciò che resta. Intanto in serata il fiume Akragas, nel quartiere del Villaggio Peruzzo ad Agrigento, è straripato. Più di 50 famiglie sono state evacuate in via precauzionale.
In via Apollo, l'acqua è arrivata a circa un metro e mezzo di altezza. Si teme adesso che il corso d'acqua possa scavalcare il ponte Babbaluciaro. Al lavoro - per allontanare le famiglie, alcune delle quali non volevano lasciare la casa, - ci sono i poliziotti della sezione volanti della Questura, la polizia municipale e la Protezione civile. 


Tornando al Veneto, il vice premier Mattero Salvini ha anticipato che si stanno «cercando e trovando i primi 200 milioni di euro per aiutare le popolazioni colpite da questi disastri, dal Veneto alla Sicilia». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato Zaia per esprimergli la propria vicinanza e solidarietà, assicurando che seguirà personalmente la vicenda affinché venga avviato rapidamente un piano di interventi per il recupero infrastrutturale, edilizio e ambientale ed evitare il fenomeno della spopolamento delle valli montane. «Ho parlato con il presidente del consiglio Conte che ha detto che in settimana ci saranno già i primi provvedimenti», ha informato Zaia. 

 
 


I numeri del disastro parlano da soli: 100mila ettari di bosco raso al suolo, centinaia di squadre di soccorso affiancate da tremila volontari e soldati dell'Esercito ancora all'opera, strade da rifare, 5.700 utenze elettriche da riallacciare e almeno un miliardo di euro - stime prudenti - di danni complessivi. Il vero spettro, come ricorda Zaia, è il rischio di fuga degli abitanti, perchè «la montagna è sull'orlo del burrone. Servono soldi, tanti». E insieme al denaro la voglia di riscatto. «Bisogna ridare motivazioni ai ragazzi e ai cittadini» dice ancora il presidente del Veneto ricordando l'appuntamento dei Mondiali di sci 2021 e la corsa di Cortina con Milano per le Olimpiadi invernali del 2026. «Ho parlato con il presidente del consiglio Conte - annuncia Zaia - . Mi ha detto che in settimana ci saranno già i primi provvedimenti». Il fattore tempo torna anche nelle parole di Borrelli. «Dobbiamo partire subito - ripete - perchè se dobbiamo attendere la conta dei danni ci attiveremo almeno tra due mesi La situazione è apocalittica».   

Le immagini impressionanti dei boschi dell'Altopiano di Asiago, nel vicentino, cancellati per il prossimo secolo che hanno fatto il giro del mondo hanno spinto il sottosegretario Giancarlo Giorgetti a destinare per la loro rinascita 1 milione di euro, nell'ambito dei fondi per il Centenario della Grande Guerra. Il Veneto, ricorda Borrelli, è solo l'ultima delle sfide affrontate in questi anni dal sistema della Protezione Civile: «fra aprile 2013 e dicembre 2017 abbiamo avuto in Italia danni per un miliardo di euro alle attività produttive - elenca - per 7 miliardi alle infrastrutture pubbliche, che ad oggi non hanno trovato copertura, e un miliardo alla popolazione». Ora l'attenzione si sposta dalla montagna alla pianura per la situazione del Po, soprattutto nell'area del delta dove il deflusso in mare dell'acqua e dei detriti finiti a valle rimane difficoltoso. La previsione è che i livelli del fiume non superino il grado due (criticità moderata) per almeno 36 ore, fino all'arrivo di una nuova perturbazione che dalla notte di domenica dovrebbe interessare il Piemonte occidentale.

Danni e disagi anche nel resto d'Italia, mentre la Protezione civile ha diramato per domani una nuova allerta meteo, con rischio idrogeologico in sei regioni. Coldiretti stima in 14 milioni gli alberi abbattuti con conseguente compromissione dell'equilibrio ecologico e ambientale e messa a rischio della stabilità idrogeologica. A Venezia stamattina si sono stati registrati 105 centimetri di acqua alta che hanno 'invasò l'8% della città a cominciare da Piazza San Marco. In Trentino sono ancora 27 le strade interrotte da frane, esondazioni e alberi caduti. E dopo quella in Val di Fiemme, anche la seconda foresta per importanza per la presenza di abeti rossi dai quali si ricava il legno per realizzare gli Stradivari, ha subito gravissimi danni. Si tratta della Val Saisera, nella zona di Tarvisio (Udine).
Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Novembre 2018, 09:20
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