La vicenda risale all’ottobre scorso e il «lavoratore va risarcito». Come si dice in questi casi «è questione di cavilli» solo che questa volta il giudice per trovarli è andato a pescare una norma che risale all’epoca fascista.
Non che il giudice lo abbia fatto apposta, il tema è che quella norma blinda il contratto - per quello che attiene le sanzioni disciplinare - di tutti i tranvieri. Si tratta del regio decreto 148 del 1931. Dove è contemplata la «simulazione di malattia» come comportamento sleale ma tuttavia non è previsto il licenziamento per chi incorre un questa fattispecie, al massimo può arrivare la sospensione. Insomma, una sentenza dove a perdere è la giustizia sopraffatta dalla legalità formale.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Settembre 2018, 10:34
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