Magherini morto durante l'arresto, sentenza ribaltata: la Cassazione assolve i tre carabinieri

Magherini morto durante l'arresto, sentenza ribaltata: la Cassazione assolve i tre carabinieri
Sentenza ribaltata. La quarta sezione penale della Cassazione ha assolto i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, avvenuta il 3 marzo 2014 a Firenze. Il collegio ha disposto l'annullamento della sentenza d'appello perché «il fatto non costituisce reato».

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«Esprimo soddisfazione per la pronuncia della Suprema Corte» che ha assolto i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini. Così l'avvocato Eugenio Pini, difensore di Stefano Castellano, uno dei tre militari imputati, assolto dopo la condanna a sette mesi di reclusione pronunciata in primo grado. «In attesa di leggere i motivi - ha aggiunto l'avvocato Pini - ritengo che giustizia sia stata fatta. Dopo aver affrontato numerosi casi analoghi, spero che questa sentenza possa tracciare una nuova linea giurisprudenziale».

IL VIDEO DELL'ARRESTO


«Se i carabinieri lo avessero messo in posizione eretta, avrebbero permesso i soccorsi e con elevata probabilità la morte non si sarebbe verificata»: l'ha ripetuto per due volte durante la requisitoria il sostituto pg della Cassazione Felicetta Marinelli, nel chiedere alla Corte di confermare la condanna di tre carabinieri per la morte di Riccardo Magherini, 40enne ex calciatore, arrestato in preda al delirio, dopo aver bevuto e assunto cocaina, posto a terra col torace sulla strada, per un quarto d'ora. Ma i giudici hanno deciso diversamente.

Magherini si era dimenato, aveva urlato, affannato, poi si era calmato per un paio di minuti, il cuore aveva smesso di battere. I carabinieri che l'avevano ammanettato e chiamato un'ambulanza - e che ora sono sotto processo - non si erano resi conto che quella richiesta d'aiuto, «sto morendo», filmata dai cellulari dei residenti di Borgo San Frediano, a Firenze, non erano solo proteste per essere lasciato andare.

Per questo Vincenzo Corni, Stefano Castellano e Agostino della Porta, erano stati condannati rispettivamente a 8 mesi il primo e a 7 mesi gli altri due, sia dal tribunale che dalla corte d'appello di Firenze. «I carabinieri non sapevano che Magherini avesse assunto cocaina ma erano ben consapevoli dell'alterazione psico-fisica e se l'avessero liberato dalla posizione prona quando aveva dato i primi segnali di calma e manifestato affanno, avrebbe potuto essere soccorso, con elevata probabilità di salvarsi», ha detto il pg, «lo stavano arrestando e avevano l'obbligo di tutelarlo».

Parole dure da sentire per Guido Magherini, il padre di Riccardo, in aula in Cassazione assieme alla famiglia, all'altro figlio, Andrea, e agli amici di Riky, con indosso le spillette create in suo ricordo. «Hanno fatto di tutto per farlo apparire come un delinquente. Vogliamo che il suo nome sia rivalutato», ha detto, lasciando il Palazzaccio al termine dell'udienza e augurandosi che questo sia l'ultimo atto.

I familiari non si sono arresi alla spiegazione della morte naturale in seguito all'assunzione di cocaina, e si sono affidati all'avvocato Fabio Anselmi, lo stesso legale che ha seguito i familiari di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi. Secondo le sentenze di merito, richiamate nella requisitoria dalla procura generale della Cassazione, Magherini è morto per l'intossicazione da stupefacenti associata all'asfissia.

«Riccardo - afferma l'avvocato Anselmo - non è morto per la cocaina, la cocaina uccide ma lascia tracce, invece il cuore di Riccardo era perfetto. Non è morto per infarto, ma perché gli è stato impedito di respirare». Secondo la difesa, che su questo ha puntato parte della strategia difensiva, ai tre militari non può essere imputata un'omissione perché non avevano le conoscenze mediche per riconoscere i segni di una crisi respiratoria.

«Riteniamo che i carabinieri non avessero elementi per capire quello che stava accadendo a Magherini a causa dello stupefacente. Magherini è morto per una serie di concause, tra cui anche la sofferenza per la posizione prona, ma era necessario bloccarlo, e i carabinieri non potevano capire che era il momento di metterlo a sedere», osserva l'avvocato Francesco Maresca, che difende due dei tre carabinieri. Uno di loro, Agostino della Porta, era in aula oggi ed ha assistito in prima fila al dibattimento.

«Per ora nessun commento». Così l'avvocato Fabio Anselmo, che difende la famiglia di Riccardo Magherini. La famiglia, si è appreso, è «distrutta» dalla sentenza emessa dalla Cassazione. «È incredibile, non ci vogliamo pensare, non ci vogliamo credere. Vado dal babbo». Queste le prime parole di Andrea Magherini, fratello di Riccardo, subito dopo aver appreso la notizia dell'annullamento della condanna ai tre carabinieri. Parole che sono state subito commentate da Ilaria Cucchi su Facebook: «Mi chiedo in quale realtà sto facendo crescere i miei figli. Mi stanno facendo tante domande Valerio e Giulia. Non so cosa rispondere». Sulla pagina Facebook «Gli amici del Maghero (Riccardo Magherini)» è comparsa la scritta: «La Cassazione assolve gli imputati perché il fatto non costituisce reato. In Italia la giustizia non esiste più».
Decine in pochi minuti i commenti indignati al post.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Novembre 2018, 22:16
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