Ci furono scontri con le forze dell'ordine schierate per sbarrare il passo ai dimostranti. E durante una pausa, la maestra - abituale frequentatrice delle manifestazioni di piazza a Torino - si mise davanti allo schieramento della polizia lanciando insulti. Qualche settimana dopo l'Ufficio scolastico regionale sancì che la sua condotta, sebbene «non avvenuta all'interno dell'istituzione, contrastava in maniera evidente con i doveri inerenti la funzione educativa e arreca grave pregiudizio alla scuola, agli alunni, alle famiglie e all'immagine stessa della pubblica amministrazione». Un cartellino rosso convalidato dal giudice, che ha considerato il comportamento della maestra di particolare gravità.
«È passato il principio - commenta Cosimo Scarinzi, del sindacato Cub Scuola - che l'insegnante è tale anche se si trova fuori dall'orario di servizio. Una decisione davvero brutta e pesante. Tanto più che a Cassaro sono state accollate anche le spese legali anziché suddividerle tra le parti, come accade abitualmente: una condanna aggiuntiva a una donna senza lavoro. Come se avessero voluto colpirla sul piano personale». «In ogni caso - annuncia il sindacalista - la nostra valutazione complessiva non cambia. E ora decideremo quali passi compiere per continuare a tutelare Flavia».
«Non dico di non avere commesso errori - spiegò Cassaro nel presentare i termini del suo ricorso - ma è doveroso far notare che il licenziamento è una punizione sproporzionata, giunta al termine di un percorso in cui è stata sovvertita la procedura normale».
E tutto per «due minuti di esasperazione» dettata dagli avvenimenti di quella sera. Cassaro era stata anche indagata per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale.
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Aprile 2019, 19:46
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